Caso Perugia Volley, la lettera di un tifoso

Pianeta Volley
By Pianeta Volley Maggio 17, 2010 00:20 Updated
Perugia Volley

Perugia Volley

Dopo le varie esternazioni, vorrei esprimere, da semplice tifoso, il mio pensiero sull’attuale vicenda del Perugia Volley, tutto detto pacatamente e senza voler offendere nessuno. Soprattutto quest’anno la società sportiva, sempre per venire incontro alle aspettative e spesso alle comprensibili sollecitazioni di moltissimi tifosi, ha investito una ingentissima quantità di danaro per costruire una squadra non solo competitiva, ma di assoluto valore di vertice. Tralasciando i nomi dei giocatori, che comunque tutti conoscono, nessuno può dire il contrario viste anche le note valutazioni di mercato. La società ha quindi fatto uno sforzo finanziario notevole mettendo sotto contratto atleti di grande spessore con la fondata speranza di raggiungere importanti obiettivi e confidando, non solo nelle loro qualità, nell’esperienza e nella professionalità, ma anche contando sulle esplicite aspirazioni dell’intero gruppo. Le promesse di grandi obiettivi confermate dagli stessi giocatori erano certamente credibili, dato il loro  status che non possiamo definire di semplici salariati ma di affermati liberi professionisti del volley. Complice anche la mole di infortuni ed indisposizioni varie, i risultati si sono dimostrati da subito non solo profondamente insufficienti per un gruppo di quel calibro ma, talvolta, la mancanza di grinta, di reazione, oserei dire di sacrificio nei momenti topici dei sets, è sembrata addirittura irrispettosa agli occhi di molti. Ora ci si chiede se il presidente, supremo responsabile di tutta la gestione aziendale, aveva il diritto di proporre un  concordato economico con questi professionisti, innegabilmente corresponsabili del disastroso risultato. La mia risposta è assolutamente sì, anzi, non solo aveva il sacrosanto diritto, ma addirittura il dovere morale verso la società ed indistintamente verso tutti, di intervenire drasticamente per rapportare e riequilibrare i costi aziendali ai negativi risultati sportivi ottenuti e soprattutto cercare di limitare le nefaste conseguenze che avrebbero minato anche le prospettive future della pallavolo perugina. Bisogna anche pensare che, solo il fatto incredibile di non essersi qualificati per la final eight è stato, oltre che un danno di immagine difficilmente valorizzabile in termini monetari, anche un reale danno economico determinato sia dai mancati introiti, sia dal depauperamento del capitale umano della società determinato proprio a seguito della mancanza di risultati. Sappiamo benissimo che un giocatore, a qualsiasi disciplina sportiva appartenga, sarà poi valutato per quello che è riuscito a dare e fare nel corso della stagione. Non sono poi da tralasciare le considerazioni sulla nota situazione dell’economia mondiale, italiana e soprattutto umbra, che ha determinato la rescissione di diversi contratti di sponsorizzazione, alcuni anche inaspettatamente e che ha creato, oltre la beffa, un contesto economico difficilmente sanabile. Dunque, è evidente a tutti che la società era da considerarsi in uno stato effettivo di ‘forza maggiore’ e quindi  obbligata ad agire tu tutti i fronti. Oltre ai dolorosi sacrifici che inevitabilmente riguarderanno il gruppo societario, un grande aiuto alla possibile soluzione del problema poteva arrivare proprio da quel tentativo di compromesso che, secondo me, tutti erano doverosamente e coscienziosamente tenuti a condividere, riflettendo maggiormente sulla correttezza storica del Perugia Volley e soprattutto tenendo conto della reale ripartizione di responsabilità riferite alla presente stagione. Sembrerebbe invece che molti giocatori, forse non tutti, si siano trincerati dietro atteggiamenti egoistici e distaccati, dimenticando completamente che il loro status di professionisti, in altri ambiti lavorativi, li avrebbe sicuramente obbligati a pagare salatamente le conseguenze di eventuali responsabilità. Per di più la trattativa, che logicamente doveva restare strettamente privata ed individuale, si è poi modificata strategicamente in pubblica e, data l’alta carica nazionale del presidente, si è poi trasformata addirittura in gogna mediatica. Ora, senza che la mia sia una verità incontrovertibile e cercando di considerare la situazione in un contesto temporale più ampio e quindi sulla base di tutti i passati comportamenti personali e societari, giungo alla inevitabile conclusione che, se il presidente si è sentito colpito e profondamente offeso, nessuno possa stupirsi!!!
(lettera firmata Paolo Cerboni)

Commenti

comments

Pianeta Volley
By Pianeta Volley Maggio 17, 2010 00:20 Updated