Il Pala-Evangelisti fa spazio alla Sir Safety Bastia
Nei giorni scorsi la nostra testata ha annunciato in anteprima della possibilità che la Sir Safety Bastia si trasferisca a giocare al palasport Evangelisti. Una notizia che ha creato inizialmente scompiglio e che ha fatto molto discutere le altre squadre già presenti.
A questo proposito è intervenuto Ilio Liberati, assessore allo sport del Comune di Perugia che ha precisato: “Confermo il fatto che c’è stato un raffronto tra l’amministrazione perugina, la società di gestione Darvin e la società sportiva Sir Volley. E’ stato individuato un pre accordo per fare in modo che se Bastia dovesse essere ripescata in serie A2 possa giocare al Pala-Evangelisti, tenendo conto anche dei club che fanno campionati nazionali (Perugia Basket e Sirio Perugia), nonché delle altre società sportive che utilizzano abitualmente l’impianto. A Perugia si possono fare questi accordi perché la città offre una platea di impianti adeguati. Ho interpellato le parti ed ho espresso soddisfazione perché abbiamo colto l’opportunità di fare una riflessione più complessiva sull’uso dell’impianto sportivo di Pian di Massiano ed è stato individuato il modo per rendere utilizzabile lo stesso in 4-5 fine settimana nel periodo dicembre-marzo. Ciò significa che questi spazi possono essere sfruttati per dare modo anche ad altri eventi e ad altre discipline sportive di essere svolte. Faccio un esempio su tutti, se ci fosse richiesto di ospitare un campionato del mondo di boxe oggi non dovremmo rifiutare la proposta ma avremmo la possibilità di dare la nostra adesione. Il piano individuato è senza ombra di dubbio più razionale degli altri anni, mi auguro perciò che Bastia possa venire a giocare a Perugia”. Un semplice auspicio quello del numero uno dello sport comunale perché ora bisogna attendere il responso della Lega Pallavolo per capire se ci sarà la conferma di tale opportunità. “In ogni caso questa è la dimostrazione che quando ci si mette intorno ad un tavolo si possono trovare delle soluzioni adeguate e che le stesse possono soddisfare tutte quante le parti in causa. Era già successo in passato e la storia si ripete oggi, come accogliemmo a braccia aperte nel 2001 il Perugia Volley che proveniva da Castiglione del Lago oggi siamo ben lieti di ospitare la società di pallavolo di Bastia Umbra. D’altra parte sarebbe un campionato di livello nazionale, per cui di grande interesse per il capoluogo”. Nessun problema nemmeno per quanto riguarda le possibili concomitanze di orari e di giorni delle partite. Infatti, c’è da rilevare che la società di pallacanestro ha chiesto per il prossimo campionato di giocare alla domenica, pertanto, pur con le dovute alternanze dei calendari, una delle tre dovrebbe anticipare le gare sistematicamente al sabato. “Abbiamo già discusso anche di questo, Bastia sarebbe l’ultima arrivata e con molta umiltà accetterebbe questa sorta d’imposizione”. In effetti il clan del presidente Gino Sirci pare cha abbia già fatto presente all’ufficio campionati che gli servirebbe una deroga per giocare in anticipo.
Anche il presidente della Fipav Umbria Giuseppe Lomurno sta cercando di curare la mediazione per fare sì che la cosa possa essere realizzata. D’altra parte il suo ruolo di assessore comunale con delega allo sviluppo economico e al turismo lo interessa direttamente da vicino. “Tutte le parti in causa si sono rese disponibili a trovare una convergenza a largo raggio. La conseguenza è che il capoluogo di regione, che ha tre compagini sportive di alto livello (due di volley ed una di basket), continua ad attrarre ancora tramite lo sport ed incentiva in maniera marginale il turismo”. Come ricorda il numero uno della pallavolo regionale, ogni team ha un proprio movimento e porta con sé un indotto non trascurabile, durante le trasferte i componenti di una squadra nonché i loro tifosi si avvalgono della recettività di hotel, di ristoranti, e più in generale degli esercizi commerciali esistenti nel territorio. “Le squadre di alto livello sono un punto di riferimento ed un traino per tutto il movimento, ma bisogna ricordarsi che si deve partire dalla base per creare le fondamenta su cui costruire una solida struttura, bisogna insomma lavorare sul settore giovanile”. L’impegno è dunque diffuso, si cerca di mettere nelle migliori condizioni possibili la Sir Volley Bastia e di consentirgli dunque di usufruire del palasport perugino. “E’ stato fatto tutto lo sforzo necessario per accettare una società che dovrebbe disputare un campionato di grande livello”. Ora tutto è nelle mani della Lega che si deve esprimere, la data è quella del 5 luglio anche se le notizie che trapelano dai corridoi dei ben informati dicono che uno dei club (il Crema?) non abbia presentato la necessaria fidejussione e dovrebbe essere pertanto escluso… il condizionale è d’obbligo visto che gli incartamenti sono tutti in mano agli uffici competenti e considerato che le vicende del recente passato (leggi Pineto, ndr) hanno smentito più di una volta tutte le previsioni.
Altra componente fondamentale di questa vicenda è la società consortile Darvin che gestisce l’impianto sportivo con appalto vinto nel 2004 e valido fino al 2017. Il presidente Massimo Nicolini si dice soddisfatto della concertazione: “Siamo stati contattati subito dopo la partenza del Perugia Volley per una indagine preventiva e per capire se ci fossero state le possibilità di trovare un’intesa, i primi paletti che abbiamo posto sono stati quelli di dare la precedenza a chi ha sempre utilizzato il palasport”. Lo spostamento a San Giustino del club presieduto da Claudio Sciurpa è stato un fulmine a ciel sereno. “All’improvviso ci siamo trovati senza un utente e la mediazione per continuare a proseguire questo rapporto è stata inutile. Le difficoltà economiche le hanno tutti in questo momento ma di certo mi sento di aver fatto tutto il possibile. C’era in effetti l’ipotesi che il club entrasse in società con noi per trovare soluzioni dall’interno, intendo dire da soci, ma poi non abbiamo più sentito nessuno”. Di certo non si può credere che siano stati i costi dell’impianto a far emigrare la società sportiva (tra i 25 ed i 30mila euro all’anno di affitto per la sua utilizzazione), per cui le ragioni sono certamente di altro carattere. “Le tariffe orarie sono pubbliche e decise dalla giunta comunale. I prezzi sono rispettivamente di 80 euro all’ora per l’occupazione dell’impianto in allenamento durante l’inverno e scendono a 60 euro quando non c’è l’utilizzo del riscaldamento; le partite hanno invece un importo di 500 euro perché comportano circa mezza giornata di occupazione di spazio per l’allestimento del campo”. Di questi costi complessivi gli utenti ne pagano solo una porzione (all’incirca il 40%), usufruendo del contributo da parte dell’amministrazione e poi c’è una quota parte che il gestore riesce a ricavare dallo svolgimento di altri eventi. “E’ esattamente così, ma essendo stato occupato l’impianto per tutto il tempo durante lo scorso anno non ci sono state queste possibilità di integrare le nostre entrate, il che vale a dire che ci siamo accollati interamente la nostra parte dei costi e non abbiamo potuto avere altri introiti, possiamo definirlo un mancato reddito”. C’era infine la necessità di trovare degli spazi che fossero destinabili ad altri scopi. “Sappiamo bene che il palasport è deputato a disputare eventi sportivi ma la città ha bisogno anche di poter godere di eventi di altro tipo, penso alla musica in primis. E’ pur vero che esistono casi in Italia di squadre che usufruiscono del sostegno integrale delle istituzioni per coprire i costi del palasport ma di certo se qui questo non è possibile la colpa non è nostra”. A conclusione di ogni considerazione fatta sopra vale la pena spendere due parole in favore della Darvin ricordando che alcuni utilizzatori degli impianti devono ancora pagare per il servizio di cui hanno usufruito durante la passata stagione. Sarebbe perciò auspicabile che le società sportive si mostrassero più serie nei loro confronti, evitando di utilizzare l’affitto del palasport come strumento di ritorsione per ottenere altri favori. La Darvin è a tutti gli effetti un azienda con dipendenti e se non ha entrate ha solo due possibilità: prendere dei prestiti in banca per ottemperare ai propri obblighi o non pagare i propri prestatori d’opera, ma chi lavora ha famiglia.