Umbria cuore pulsante della pallavolo

Pianeta Volley
By Pianeta Volley Gennaio 18, 2011 16:13

Umbria cuore pulsante della pallavolo

Lomurno Giuseppe (testina)

Giuseppe Lomurno

Foligno. Umbria. Italia. Europa. Mamma mia, ma cos’è una barbosa lezione di geografia? No, tranquilli. Molto più semplicemente riaccendiamo i fari sulla città della Quintana, che recentemente ha ospitato le qualificazioni ai campionati europei juniores di pallavolo femminile, proiettando l’Umbria su scala nazionale ed europea e, sia detto non solo per dovere di cronaca, portando bene alle azzurrine che hanno ottenuto al Pala-Paternesi il lasciapassare per la Turchia. Se c’è uno che si è battuto come un leone per portare la manifestazione nel cuore verde d’Italia questo è il presidente della Fipav regionale, Giuseppe Lomurno. Medico e ricercatore universitario nella vita, fa dell’impegno sociale (volley e non solo) e politico (è assessore allo sviluppo economico e al turismo al Comune di Perugia) la sua stella polare. Dinamico, attivo, appassionato ha una capacità di lavorare invidiabile, che gli permette di moltiplicare il tempo a disposizione. “La sua giornata dovrebbe essere di 25-26 ore”, dicono tra lo sconsolato e l’ammirato i suoi più stretti collaboratori. E di energie la kermesse folignate gliene ha assorbite, accipicchia! “Vede, era importante non farsi scappare l’occasione perché c’è coerenza e continuità con gli sforzi che stiamo facendo in Umbria. Dove fin dal primo momento abbiamo scommesso sui giovani, cosa meglio di un campionato europeo under 16 può far da volano al movimento in Umbria?” Bilancio positivo, presidente? “Di più. C’è stato un movimento collaterale che ha confermato ancora una volta che siamo sulla buona strada. La generosa risposta degli enti locali, sono stati di una disponibilità incredibile, in un contesto di tagli rilevanti ci fa ben sperare. Perché va detto con chiarezza che i tagli governativi tendono a penalizzare proprio lo sport. Sarebbe però un grave errore continuare a non capire che ogni investimento in questo ambito è un investimento sulle nuove generazioni e che, chi offre sport, è animato dalla ricerca di un risultato, oltre che agonistico, anche, vorrei dire soprattutto, sociale”. Torniamo al campionato europeo. Fivap e Cev (Confederazione europea di volley) organizzativamente parlando non si sono tirare indietro. “Tutt’altro. E il mio grazie non è solo di facciata, ma di sostanza. Credo e lo dico sommessamente che il risultato li ripaghi dell’impegno profuso. Perché non solo Foligno ha risposto presente, ma dove siamo andati, cito Trevi, Nocera e Spello, abbiamo trovato calorosa accoglienza. La pallavolo in Umbria è viva, vegeta e gode di buona salute” E se lo dice lei che è un medico come si fa a non crederle? Ma niente nasce a caso, vero? “Esatto. Se l’Umbria è la regione che in proporzione ha il maggior numero di società pallavolistiche in relazione agli abitanti qualcosa vorrà pur dire, o no? Certo che guardiamo con attenzione e partecipazione ai club che fanno conoscere la nostra regione in ambito nazionale e internazionale, ma a noi ci sta particolarmente a cuore il gioioso movimento di base che parte dai settori giovanili e arriva fino alla C regionale. Attenzione, risorse, suggerimenti sono tutti per loro. Il comitato è un palazzo trasparente al servizio delle società. Lo dissi tre anni fa quando venni eletto, lo ribadisco oggi se possibile anche con maggiore convinzione”. Volley e scuola, dopo Foligno rapporto più stringente? “Dico sì senza tentennamenti. Noi abbiamo lanciato con felice intuizione la scuola di pallavolo, calandoci nelle scuole per preparare fisicamente i giovani, ma anche per prenderci cura degli insegnanti, dei genitori e dei tanti adulti coinvolti. E, contemporaneamente, fornire alcune dritte indispensabili alle nostre società chiamate ogni giorno a sfide nuove”. L’Umbria che schiaccia è davvero in buone mani. Sì nella mani di questo pugliese di 56 anni, la carta d’identità recita che è nato ad Altamura in provincia di Bari nel 1955, che da oltre trent’anni vive e opera a Perugia.
(fonte Corriere dell’Umbria)

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