Sirio Perugia, sollevazione popolare per salvare il club

Pianeta Volley
By Pianeta Volley Maggio 17, 2011 23:00 Updated

Sirio Perugia, sollevazione popolare per salvare il club

Orabona Alfonso (Perugia)

Alfonso Orabona

Come un familiare che giunge al capezzale del parente agonizzante, un fiume di tifosi ha riempito la sala riunioni del Pala-Evangelisti martedì pomeriggio per ascoltare le ultime disposizioni e portare conforto. Il pericolo di una prossima scomparsa della Sirio Perugia ha chiamato a raduno gli sportivi di fede biancorossa. Dopo aver salvato il titolo della serie A1 sul campo, adesso la società tre volte campione d’Italia e due volte campione d’Europa gioca la partita della sopravvivenza dietro la scrivania e lancia il suo appello disperato. E’ stato un discorso lucido e passionale quello del presidente Alfonso Orabona che ha esordito nell’incontro spiegando agli intervenuti la situazione attuale, ripercorrendo con grande commozione e qualche lacrima agli occhi le tappe dell’ultimo anno e spiegando il perché determinati fatti siano accaduti. Ad ogni domanda dei presenti è stata data una risposta più o meno convincente, ma sul trasferimento della squadra la pausa di esitazione è stata grande. “Servono garanzie entro poche settimane altrimenti sarà inevitabile lasciare Perugia – ha affermato con un misto di rabbia e tristezza il numero uno del club perugino –. Mi sono dato una scadenza al 15 giugno per fare il punto della situazione, ma sarà l’ultima analisi che faremo io ed i miei collaboratori perché se persisterà questa indifferenza da parte delle istituzioni e dell’imprenditoria del territorio, sarò costretto a vendere”. Sono parole accorate ma decise che non suonano come una minaccia, bensì come richiesta di aiuto a tutti coloro che possono fornirlo. Il 30 giugno infatti c’è il termine ultimo per la presentazione dei documenti alla Lega Pallavolo femminile e per fare questo passo Orabona vuole sapere su che base poter contare. Non si tratta solo di garanzie economiche, ma anche di risorse umane. “Sto portando avanti da solo tutto il lavoro e non ce la faccio più – è il monito di Orabona –, le rassicurazioni giunte ad inizio stagione dalle varie componenti interpellate (amministrazione, istituzioni e sponsor) sono state disattese e mi sono trovato tutto sulla mia schiena, ma io sono un pensionato e non posso far fronte alle esigenze di un club come questo che è paragonabile ad un’azienda a tutti gli effetti”. La reazione dei presenti è stata immediata, sono state indicate le soluzioni più disparate, a dimostrazione di una straordinario attaccamento alla maglia che in pochi possono vantare. Stando alle affermazioni, la sollevazione popolare dei rappresentanti delle due fazioni di tifoserie: i Diavolo Zompone e gli ‘Nguastiti, dovrebbe produrre nei prossimi giorni qualche concreta azione. L’ipotesi più probabile è quella di manifestare presso la sede dell’amministrazione comunale che non sembra aver capito l’importanza della situazione. Per bocca dei portavoce delle tifoserie le circa cinquanta persone presenti hanno manifestato il loro sconcerto: “Non è possibile che si leggano sulla stampa dichiarazioni dell’assessore allo sport che non è al corrente di quello che sta accadendo. Ma soprattutto non è tollerabile che gli organi preposti, dall’amministrazione alla federazione, consiglino di chiudere bottega. Se questo è il massimo che sanno fare queste persone allora conviene pensarci bene prima di votarle alle prossime elezioni“. Nel clima di preoccupazione e concitazione generale è arrivata poi la proposta di lanciare un azionariato popolare che possa scongiurare il trasferimento della squadra, ipotesi che è in elaborazione da professionisti della materia e che sarà presentata nei dettagli tra qualche giorno.

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