A Rivotorto si cominciano a raccogliere i primi frutti

Irene Lillocci e Lucia Ciancaleoni

Il Rivotorto Volley si prepara ad una nuova stagione tutta da scoprire e così, dopo aver smaltito in estate i festeggiamenti dedicati alla conquista della serie D femminile, per le ragazze terribili è arrivato il momento di tornare a lavorare sottorete. Una rosa che, per grandi linee, rispecchia quella che lo scorso anno ha regalato alle biancoblu la promozione in un palcoscenico regionale, ma con l’innesto di quattro nuovi elementi a dar man forte e quel pizzico di esperienza in più che può servire, per affrontare il salto di categoria. Il presidente Mauro Lillocci commenta con grande prudenza: «Come neopromossi ci auguriamo di fare un campionato tranquillo e puntare alla salvezza. La mia è una piccola società che non può permettersi ingaggi importanti e soprattutto, una società nuova creata otto anni fa, quando la pallavolo non era conosciuta, serve del tempo quindi prima che la gente si appassioni ed il movimento cresca maggiormente, ma per mia fortuna sto iniziando a raccogliere primi frutti. Operiamo per fare sport, con un occhio ben attento al bilancio della società, con una scelta accurata delle atlete soprattutto ci piace vedere ragazze, che danno l’anima in campo per una squadra anche se non è del loro paese, ma se la sentono ancor più propria, solo perché un povero presidente cerca di farle sentire delle regine e questo posso garantire che riempie d’orgoglio quanto uno scudetto». Il peso dell’esordio assoluto in questa categoria si potrebbe far sentire, ma nel clan rivotortese sembra esserci tutta l’intenzione di vender cara la pelle. Il campionato che aspetta il sestetto affidato da quest’anno alle cure di Matteo Tognellini non sarà facile, e lo stesso coach non lo nasconde: «Sappiamo che andremo ad affrontare squadre molto ben attrezzate in un campionato che vedrà subito a ridosso delle favorite, il gruppone delle inseguitrici. Noi dovremmo cercare di restare lì a distanza dalla zona pericolosa della classifica costruendo tra le mura amiche, quel nostro obiettivo che risponde al nome di salvezza».
Gianguido Colato

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