Questa pallavolo fatta di poco rispetto e zero fair-play

Inizio subito dicendo che quest’articolo non è fatto per offendere il comportamento di alcune società o di alcuni tesserati, in tal senso infatti non farò nomi o riferimenti, ma per descrivere un malessere che, silenziosamente, sto notando crescere in maniera preoccupante nel mondo della pallavolo a livello di campionati provinciali e giovanili. Mi riferisco alla mancanza di rispetto, in tutte le sue forme, che si può notare nelle partite di pallavolo dei tempi d’oggi e soprattutto riguardo la figura dell’arbitro. In poco più di due mesi dall’inizio dei campionati ho avuto il disgusto di assistere alle peggio scene delle quali ora elencherò una minima parte. Minacce ed insulti all’arbitro da parte di tesserarti in un campionato under per uno sbaglio dell’arbitro ininfluente per il risultato finale. Allenatori rifiutare di stringere la mano all’arbitro a fine incontro, obbligando le proprie giocatrici di fare lo stesso. Allenatori cercare di trarre in errore l’arbitro a proprio favore per palle dubbie e stare in silenzio quando un arbitro, siccome umano, incappa in un grossolano errore a proprio favore. Giocatrici della stessa squadra che, nella fase di riscaldamento, si accordano per fare a gara a chi colpisce in faccia le avversarie con una schiacciata e, una volta colpite, urlare senza chiedere scusa. Genitori di giocatrici di campionato giovanile, sentirsi in diritto di insultare arbitro o giocatrici di squadre avversarie, perché pagano per fare giocare la loro figlia in scuole rinomate e quindi non possono vedere un arbitro evitare di fischiare doppie o giocatrici avversarie farne senza essere impunite. Dirigenti e soci di società sportive pretendere arbitri di serie A per i loro campionati di categoria perché investono soldi e quindi non possono permettersi di perdere un campionato perche sennò altre squadre possono vantarsi di essere meglio di loro. E sono tutti avvenimenti visti dai miei occhi o sentiti con le mie orecchie. Ora, quello che pretendo da quest’articolo, è di cominciare a discuterne prima di vedere peggiorare le cose. E’ questo l’esempio che vogliamo dare chi si avvicina al mondo della pallavolo? Vincere a tutti i costi? Non avere rispetto di nessun altro? Attaccare l’arbitro arrivando anche alle minacce? In una recente partita mi è capitato di incappare in una giornata sfortunata di un arbitro. E ci può stare tranquillamente. Ma quando, nel saluto finale, faccio presente all’allenatore della squadra avversaria che magari avrebbe potuto dare una mano all’arbitro in qualche circostanza, mi sono sentito rispondere: “Guarda, la settimana scorsa un arbitro mi ha fischiato tutto contro”! Morale della storia, era giusto che in quell’incontro l’arbitro, involontariamente, gli aveva fischiato molte azioni a favore. Come da titolo: Zero Fair-Play ma vittoria assicurata. Per concludere voglio dire che sarebbe ora di smettere di guardare gli arbitri come dei condannati al patibolo al minimo errore, che si cominciasse ad avere rispetto per tutte le persone in campo, che si cominciasse a capire che un errore è umano. Anzi, è da parte di noi tesserati di società sportive che deve nascere la voglia di dare una mano agli arbitri. Gli arbitri provinciali sono quelli che hanno cominciato l’attività da poco, è inutile pretendere che siano perfetti. L’allenatore, il capitano di una squadra, sono quelle persone che non dovrebbero ‘riscaldarsi’ perché un arbitro ha avuto una svista a suo sfavore, ma dovrebbero essere i primi ad intervenire quando la situazione avvantaggia la propria squadra. Forse è ripartendo da questo fair-play che avremmo degli arbitri più sereni e motivati a continuare la loro attività, nonché delle società che, oltre ad essere da esempio per i loro insegnamenti, diventano da esempio per tutti quei genitori che, finalmente, rivedrebbero uno sport dove far divertire i propri figli senza pretendere altro da loro.
Iacopo Benedetti

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