Alessandro Franceschini: «La A nella mia vita»

Pianeta Volley
By Pianeta Volley Giugno 28, 2013 09:41

Alessandro Franceschini: «La A nella mia vita»

Franceschini Alessandro

Alessandro Franceschini

A meno di due mesi dall’inizio di una avventura così importante forse ancora non mi rendo conto appieno delle cose. Lungo è stato il percorso, sportivo e non, che mi fa stare qui oggi, dopo tanti sacrifici sono arrivato alla massima categoria, con la società che più di tutte mi ha fatto crescere e voluto bene, e giocherò a San Giustino dove sono nato. In passato più volte ho sognato di tornare a giocare nel palazzetto dove ho fatto le miei prime schiacciate e oggi so che presto avrò questa possibilità. Mi sento addosso questa ‘responsabilità’ e una carica che mi trasmette tanta voglia di dimostrare qualcosa a me stesso e agli altri. Fatta questa premessa sembra sia stato facile e spontaneo rinnovare il contratto, ma in realtà non è stato così. Tante sono state le paure personali che mi hanno portato a riflettere proprio perché ne sentivo questo peso e perché se le cose si fanno, si devono fare per bene. Ho da poco compiuto trent’anni e sebbene sia un traguardo importante dove ti senti più uomo che ragazzo, è proprio per questa età e consapevolezza ritrovata negli anni, che ti rendi conto che non puoi più permetterti di far scorrere la vita a seconda degli eventi, ma che prendere una posizione è la cosa giusta a prescindere dalle conseguenze. Sono felice e sereno della scelta e ringrazio la società sportiva del Città di Castello perché ha voluto darmi questa possibilità e ha creduto in me. Sappiamo tutti che sarà un anno faticoso e difficile ma che insieme troveremo la forza per superare tutto e sono pronto ad affrontarlo con il sorriso e l’entusiasmo che mi ha sempre caratterizzato. In molti non hanno capito le mie perplessità e ancora non le capiscono, magari farei meglio a starmene zitto e fare finta che non ci siano state, ma non sono così. Si inizia un anno e una categoria dove le persone sono più predisposte, anche per ovvie ragioni, a vedere la pallavolo come un lavoro e meno come un piacere. Mi dispiace per loro perché perdono davvero il senso dello sport. Giocare prima è un piacere, un divertimento, e può essere anche uno stile di vita a volte, se preso nel modo giusto; poi un lavoro, forse anche indispensabile in questo momento, lo ammetto. Ho sempre creduto nel destino e sul fatto che il Signore ci possa mettere costantemente alla prova, proprio nei momenti più complicati e dover fare una scelta difficile, per vedere se ce la meritiamo davvero. Devo ringraziare una persona che ha reso possibile questa mia presa di coscienza e che mi ha aiutato a scegliere cosa fosse giusto fare. La ringrazio perché sebbene fosse lei stessa a subirne le ‘conseguenze’, è stata la prima e la sola forse, a starmi vicino davvero per il mio bene e a non perdere mai di vista quello che volesse dire per me la pallavolo. E’ grazie a lei se oggi scrivo queste cose e questo mi fa capire quanto sia bella ed imprevedibile la vita, per anni ho fatto delle scelte dandogli un senso e un valore, poi ho incontrato la persona giusta, e sono bastati pochi mesi per dargli un valore nuovo, più profondo e vero. Non vedo l’ora di indossare quella maglia e ho persino sognato di scendere in campo e toccare quel parquet come a salutarlo dopo tanti anni di lontananza o di vedere tra il pubblico tante facce amiche con cui sono cresciuto. E’ un sogno che diventa realtà ma sono sincero e non ipocrita e dico… a cosa mi fa pensare la lettera A? Ad una ragazza meravigliosa come Alessia e ad una serie che mi sono meritato!
Alessandro Franceschini

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