Lutto nella pallavolo, ci ha lasciato Claudio Giri

Pianeta Volley
By Pianeta Volley Aprile 2, 2014 10:19 Updated

Lutto nella pallavolo, ci ha lasciato Claudio Giri

Giri Claudio (mezzobusto)

Claudio Giri

Sette anni fa la comparsa dei primi sintomi della malattia, per un anno i medici la scambiano per un calcolo, poi l’intervento chirurgico che rivela la dura realtà: un carcinoma. Seguono le cure, dolorose e massacranti per il fisico di chiunque, ma la guarigione è completa. Tutto procede per il verso giusto ed i controlli periodici lo confermano, niente lascia presupporre ad una ricaduta. Ma il tumore è un male oscuro e subdolo e nello scorso mese di agosto riappare con tutta la sua violenza, costringendo a nuovi cicli di chemio. Il periodo di cure pare fornire dei risultati, tanto che a dicembre i valori delle analisi sono sensibilmente migliorati. Invece no. A gennaio c’è il tracollo e la decisione di operare, intervento chirurgico che risulterà inutile e che precederà un calvario di due mesi. Stamani l’ultimo sospiro, su quel letto d’ospedale dal quale non si era più alzato da quando si era ricoverato. Se n’è andato così Claudio Giri, a soli 50 anni, in una camera dell’hospice La Casa nel Parco di Perugia, lasciando col dolore la moglie Debora, le figlie Margherita e Veronica, tutti i membri della famiglia ed i tanti amici. Una vita nella pallavolo, prima come giocatore, poi come allenatore. Nel suo curriculum anche un’esperienza nello staff tecnico della rappresentativa regionale femminile svolta nel 2012. L’amore per questo sport lo aveva portato a fondare pochi anni fa la squadra di Geriatria Volley, ritrovo di veterani che settimanalmente si dà appuntamento sottorete ancora oggi e dai cui componenti era chiamato affettuosamente ‘il presidente’. Un gruppo dal quale si era dovuto forzatamente allontanare nell’ultimo anno ma che era sempre presente per lui. Data la sua assenza, la squadra aveva organizzato poche settimane fa una rimpatriata consegnandogli la maglia della nuova divisa, la mitica numero 5, quella con la quale aveva sempre giocato. Lo sport era parte imprescindibile delle sue giornate avendo svolto per anni l’attività di agente per la Techogym, marchio leader mondiale per la produzione di macchinari per palestre. Tanti gli amici ed i conoscenti che lo erano andati a trovare in queste ultime settimane di degenza, volendo stare vicino alla persona di cui avevano apprezzato soprattutto le qualità morali. Un percorso difficile quello che la vita gli ha messo di fronte in questi ultimi mesi, ma che ha affrontato con una dignità straordinaria e con un ottimismo incomparabile. Certo, lo sconforto ogni tanto si è fatto sentire, ma lui non si è mai mostrato abbattuto o afflitto. Ha lottato, con forza e con grinta, come aveva sempre fatto sui campi di pallavolo, intenzionato a non perderla quella partita. Amava vivere ed essere circondato dalla gente, un affetto che nessuno gli ha negato in questo periodo di infermità nel quale un numero enorme di persone gli ha fatto visita in una sorta di ultimo saluto. Un anticipato addio per quello che era un assurdo ed inevitabile destino di cui tutti sapevano ma di cui nessuno voleva parlare. La camera ardente sarà allestita all’obitorio dello stesso hospice situato nel Parco di Santa Magherita (zona Monteluce) sino alle ore 14,30 di domani, le esequie si terranno alla chiesa di Sant’Agostino (in corso Garibaldi a Perugia) alle ore 15,30. La salma sarà poi trasferita al cimitero di Perugia in attesa della cremazione e verrà successivamente tumulata nel cimitero di Papiano. Non fiori ma opere di bene. Per espresso volere della famiglia durante il rito saranno raccolte offerte da destinare all’associazione Con Noi www.associazioneconnoi.it che sostiene il servizio di cure palliative per assistere i malati terminali.

L’ultimo quadro
Non l’ho ancora finito, e l’han già visto in tanti, il mio ultimo quadro.
È grande, bello, è pieno di luci, ombre, colori, di figure, di volti.
E sempre più persone vi leggono il mio stile, e mi esprimono stima.
In questa parte vuota devo mettere ancora tante cose importanti.
Un orizzonte, un viso, il sole dell’amore, la forza di un sorriso.
Forse c’è poco spazio per tutte queste cose. Non so se trovo il tempo.
Lo guardo, così bello, non riesco a toccarlo, e ripongo il pennello.
Io solo posso dirlo: è già quasi perfetto. Ho paura a finirlo.

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