Campionati regionali: la creatività non ha limiti

Pianeta Volley
By Pianeta Volley Maggio 28, 2014 12:16

Campionati regionali: la creatività non ha limiti

Fipav UmbriaQualcosa non torna nei campionati regionali in Umbria. Dopo il caos delle indizioni pubblicate quest’anno in ritardo rispetto all’inizio della stagione, si è registrata una certa confusione. Di fatti accaduti ce n’è per tutti i gusti. Per la prima volta nella storia si è assistito alla disputa di partite nel giorno di Pasqua, evento davvero singolare per la pallavolo. Lo svolgimento della post season non è stata resa nota sino a due giorni prima dell’inizio dei campionati. In particolare il funzionamento dei play-out di serie C femminile è stato lasciato alla libera interpretazione con il girone unico che retrocede l’ultima classificata ma che lascia diversi dubbi alle altre. Questo è scritto nel testo: “Il play-out retrocessione si disputa all’italiana con partite di andata e ritorno per un totale di sei giornate. Al termine di questa fase la squadra ultima classificata, retrocede in serie D. Si precisa che, in caso di retrocessioni dalla serie B2 alla serie C di una o più squadre automaticamente verranno effettuate una o più retrocessioni con modalità da definire nel momento in cui il tutto sarà definito dalla Cogn”. L’organico 2014-2015 della serie C femminile è previsto dalla precedente indizione a 16 squadre, perciò dovranno andare nella categoria inferiore altre due squadre perché Ponte Valleceppi e Marsciano sono state retrocesse dai campionati nazionali a quelli regionali. Per questi ulteriori declassamenti c’è controversia. I campionati di B2 sono conclusi e si sa che ci sono due umbre retrocesse (che poi li possano ripescare è un altro discorso). Nella indizione cozza la terminologia ‘automaticamente’ con ‘modalità da definire’ che a sua volta cozza con ‘nel momento in cui tutto sarà definito dalla Cogn’. Una traduzione pratica del paragrafo sarebbe auspicabile. Insomma alla fine le due ulteriori retrocessioni verranno dalla classifica del girone play-out oppure dalla classifica della stagione regolare? Le classifiche potrebbero coinvolgere differentemente le squadre e forse sarebbe bene saperlo prima possibile. Una società potrebbe pensarsi salva in base ai play-out e poi vedersi retrocessa in base alla stagione regolare, o viceversa. Oppure si aspetterà luglio per vedere se la Cogn reintegra una o entrambe le umbre retrocesse nel campionato di B2? … sarebbe opportuno saperlo per tempo. Ma la gestione federale raggiunge il paradosso in serie D femminile. Nella prima stesura dovevano esserci 20 squadre divise in due gironi e quattro promozioni, poi dalla prima divisione è stata ripescata Fratta Todina che ha scatenato le proteste di Gubbio, che aveva la precedenza, e così il campionato è diventato miracolosamente a 21 squadre, con turni infrasettimanali, e non si sa come mai, tre promozioni. La seconda fase del campionato prevedeva che dai due gironi se ne formassero quattro da cinque squadre ciascuno, ma senza rispettare la normale griglia di classifica, sono stati fatti gironi con le squadre piazzate in posizioni pare e dispare (1-3-5-7-9 e 2-4-6-8-10) a discapito delle prime classificate che oltre a giocare e vincere un primo girone inutile, si sono trovate nella seconda fase due squadre sulla carta più impegnative di quelle che avrebbero dovuto avere con la normale griglia play-off (1-4-5-8). Con questa formula la seconda fase dava la possibilità alle squadre arrivate ultime nella prima di accedere comunque ai play-off promozione, nel caso in cui, per fortuna, o per innesti dell’ultimo minuto, fossero riuscite a vincere; per contro anche le migliori della prima fase potevano andare ai play-out retrocessione in caso di risultati negativi magari dovuti ad infortuni importanti o alla sfortuna. Insomma, chi ha vinto la prima, e anche con enorme distacco, leggi Tavernelle, ha poi dovuto rimettere tutto in gioco nella seconda; classificarsi seconda però non è bastato perché solo la prima aveva diritto ad entrare nelle semifinali e così Tavernelle è uscita di scena per un punto. Una bella ingiustizia sportiva. Ma non è tutto. Anche la squadra di Bastia Umbra che ha vinto tanto la prima che la seconda fase, è penalizzata da una geniale trovata che prevede in caso di finale il vantaggio di giocare in casa assegnato a priori alla squadra abbinata ad un dato girone, non il suo. Ovviamente ciò ha scatenato le polemiche della società sportiva in questione ma la Fipav Umbria si è vista recapitare lamentele anche da altri club. Spoleto che gioca contro Terni si vede infatti sfavorita dal sorteggio e non ha il vantaggio del campo pur avendo terminato la prima fase davanti alla rivale, seppur per quoziente set. La Commissione Gare Regionale (Cogr) ha così elaborato la proposta di giocare in campo neutro l’eventuale spareggio di semifinale, e ciò dopo che è già stata giocata gara-uno. Questo il testo spedito alle interessate: “La Cogr viste le proposte di alcune società ? propensa a far disputare eventuale gare-tre di semifinale e di finale su un campo neutro. La Cogr ha bisogno dell’accettazione delle quattro società entro martedì 27 maggio ore 20 per poter organizzare il tutto”. Difficile pensare che le società col vantaggio abbiano accettato ma vedremo come va a finire. Di certo rimane la perplessità sull’operato, evidentemente anni di esperienza e di consolidate formule non servono a nulla.

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