La seconda vita di Cristina Cruciani alla School Bastia

Pianeta Volley
By Pianeta Volley Marzo 3, 2016 09:30 Updated

La seconda vita di Cristina Cruciani alla School Bastia

Cruciani Cristina (sotto rete)

Cristina Cruciani (foto Michele Benda)

In questa stagione è in forza alla School Volley Bastia di serie B2 femminile ma la sua carriera è straordinaria, a quattordici anni ha iniziato a girare l’Italia sotto rete (da Reggio Calabria a Parma, passando per l’esperienza in A1 a Ravenna) e non si è ancora fermata. Qualche rimpianto guardando indietro, colmato però dal marito e dalla figlia, Azzurra, alla quale vuole dedicare la prossima stellina, il tatuaggio, ormai rituale, che si ripete ad ogni campionato vinto. La centrale Cristina Cruciani si racconta, condividendo ricordi, sogni e… qualche trucchetto del mestiere: «Il numero 3 è sempre stato il mio numero preferito (perché era quello di Maldini), ma in alcune occasioni ho dovuto rinunciare perché era già occupato. Ho iniziato presto ma voglio giocare finché il fisico lo permette, giocherei altri venti anni… e soprattutto rifarei tutto quello che ho fatto, anzi, comincerei anche prima per aggiungere magari qualche stellina. Ho iniziato insieme a Silvia Tosti. Per ora ne ho tre, speriamo di aggiungerne una quarta. Ci terrei particolarmente perché ora c’è Azzurra… e per quelli che mi davano per finita». Ha girato la penisola da sud a nord, ma alla fine è tornata nella sua Umbria. «Ho avuto dei momenti di sconforto, non credevo più tanto nella pallavolo ed ho dato precedenza a cose che ritenevo più importanti (il lavoro per esempio). Qualche volta mi pento, ma tutto sommato pensandoci bene, tutto quello che ho fatto, nel bene e nel male, mi ha portato ad avere ciò che ho adesso, perciò non posso che essere soddisfatta». Ed, oltre a vecchie compagne, ha trovato un allenatore particolare. «Se ne parlava tutti gli anni di andare a giocare con Gian Paolo Sperandio, ero curiosa, ma purtroppo non siamo mai riusciti a trovare un accordo. Quest’anno l’ago della bilancia è stato lui… e Silvia Tosti ovviamente. Volevo esserci a tutti i costi. Cercavo un anno nel quale stare bene con lo spogliatoio e con la società, senza pressioni eccessive (poi è normale, quando si vince le pressioni sono inevitabili) ». Le esperienze vissute sono state tante ed individuare le più significative non è facile. «Ogni età ha avuto la sua bella esperienza. La pallavolo in generale è stata bellissima, anche quando ho vinto poco o niente. Non è stato facile, per esempio, trasferirmi a Reggio Calabria a quattordici anni, ma mi ha arricchito molto. E per tutte queste meravigliose esperienze non posso che ringraziare in primis i miei genitori. I tre anni a Parma, dove avrei dovuto compiere il salto di qualità, ma gli infortuni mi hanno condizionato molto e mi sono un po’ abbattuta. Chissà, forse, se avessi perseverato… Al rientro dall’infortunio poi mi sono rifatta, con la vittoria in coppa Italia vinta contro Nocera Umbra. Bella soddisfazione. Ho giocato nella massima categoria nazionale, vicino alle grandi della disciplina. Per fare il grande salto mi sono mancati i centimetri di sicuro, ero troppo bassa, ed anche quando ho ricevuto gli apprezzamenti dal Club Italia mi hanno più volte confermato questo problema». Tornando al presente, oggi c’è una grande novità, faccio la mamma e la giocatrice senza difficoltà. «È molto bello, vado all’allenamento spensierata, prima ero cupa e troppo legata ai risultati, erano quelli la cosa più importante. Ora non vedo l’ora di allenarmi, mi divago, sto bene con le compagne e mi sfogo anche fisicamente». Tre mesi fa, dopo due sconfitte consecutive, aveva detto “non siamo ancora una squadra”, adesso invece le cose sono cambiate. «Ora siamo cresciute molto, abbiamo trovato dei buoni ritmi, ma c’è ancora un piccolo problema, siamo una squadra… altalenante. Non abbiamo l’istinto killer. Dobbiamo continuare a macinare pallone su pallone, set su set». Condividere il campo con ragazze giovani è «Ero molto scettica all’inizio, avevo l’idea delle ragazze giovani come molto spocchiose ed esaltate, e temevo che fossero irrispettose nei confronti della disciplina, del professionismo e di chi ha più esperienza. Mi sono piacevolmente ricreduta, le nostre ragazze ascoltano, sono brave e rispettose. Si impegnano tanto e per questo sono anche migliorate molto». Sabato c’è la trasferta di Gubbio, un derby molto complicato. «Ho tanta paura, proprio perché siamo altalenanti. Abbiamo lasciato troppi set per strada; da un lato però mi consola il fatto che negli scontri diretti non abbiamo mai sbagliato l’approccio al match. In questo campionato abbiamo già perso due volte. C’è molto equilibrio, perciò non possiamo più sbagliare. Sarebbe un errore pensare che l’obiettivo sia già raggiunto, non ci possiamo prendere pause. Adesso ogni punto del set è quello che ti avvicina di più».
(fonte School Volley Bastia)

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