Perugia, la vittoria di Verona deve dare coraggio

Pianeta Volley
By Pianeta Volley Aprile 7, 2016 11:30 Updated

Perugia, la vittoria di Verona deve dare coraggio

Sir Safety Conad Perugia (vittoria)

la gioia per la vittoria della Sir Safety Conad Perugia (foto Michele Benda)

Quella della Sir Safety Conad Perugia al Pala-Olimpia, mercoledì sera, è stata una vittoria figlia di molte madri, ma di una soprattutto: la generosità. Generosità nel dare fondo a ogni residua energia fisica e morale per rimettere nei binari la partita quando stava prendendo una brutta piega. Il riferimento è senza dubbio al terzo set perso senza lottare, ma anche e soprattutto al quarto che era cominciato bene andando avanti 6-11, e che dopo uno dei soliti black-out aveva fatto rialzare la testa a Verona, ma anche con i cinque minuti di follia poteva essere raddrizzato se solo ci fosse stata più attenzione nel finale che ha messo in mostra una gestione della battuta a dir poco penosa, e se non si fosse chiuso con un regalo dovuto ad una invasione di piede a muro che si verifica una volta all’anno e che avrebbe potuto portare all’aggancio sul 24-24. Se a tutto ciò si aggiunge che i block-devils si erano trovati avanti due set a zero allora si capisce che gli accadimenti sarebbero potuti essere un chiaro segnale di resa. La brutta piega la stava prendendo il tie-break che ha visto i ragazzi del presidente Sirci (che mercoledì non si è mai lasciato andare a scene di entusiasmo neppure sul due a zero) sempre all’inseguimento. Ma sul punto più delicato, con due palle-match in mano ai veronesi, il guizzo da campione di Atanasijevic è valso il passaggio del turno. Generosità dunque nell’aiutare i compagni in affanno, cercando d’incoraggiarli dopo un errore. Tutto ciò ha del miracoloso in una squadra che nell’ultimo mese, ma anche in tutta la stagione, si era segnalata spesso per la fragilità del carattere, per l’incapacità di reagire alle situazioni di difficoltà, per le incomprensioni fra giocatori, al punto tale da rasentare l’indifferenza se non addirittura l’ostilità. Nel momento più basso della caduta, identificabile nel triangolo Mosca-Molfetta-Modena, il gruppo si è reso conto che così non si poteva più andare avanti. C’è stato un confronto franco, aperto, impietoso, fra tutte le componenti, nel quale tutti hanno accettato di mettersi in discussione. Il tecnico Kovac, con il bastone e la carota, ha cercato di motivare i suoi uomini. Sta di fatto che la squadra è tornata più unita e compatta. Il problema non era solo tecnico, ma soprattutto mentale, e così è stato fondamentale riacquistare consapevolezza nei propri mezzi e recuperare lo spirito di gruppo per osservare in campo una squadra diversa rispetto a quella vista sino a febbraio. Certo, rimangono dei buchi spaventosi durante il match, ancora manca la tanto ricercata e declamata continuità, ma ci si può accontentare. A Verona s’è rivisto uno splendido Russell, i dati dello scout gli attribuiscono un 53% di punti in attacco. Meglio di lui in fase offensiva hanno fatto solo i centrali, 63% per capitan Buti ed uno strabiliante 89% per Birarelli. Elementi che, continuiamo a dire, andrebbero sfruttati di più perché hanno potuto schiacciare solo 17 dei 129 palloni che Perugia ha gestito nel fondamentale principale. Ma è logico che con una ricezione approssimativa (43% positiva e 28% perfetta), il talentuoso De Cecco non può fare magie. A prescindere dai numeri, che sono certamente indicativi, ha impressionato il modo di tenere il campo di Atanasijevic, la sua autorevolezza, la sua sicurezza, la sua personalità. Se il fuoriclasse serbo imparasse ad avere maggior autocontrollo e si mostrasse meno nervoso è quasi certo che il suo apporto sarebbe anche maggiore. Il fatto che l’opposto abbia giocato in attacco 44 palloni, quasi gli stessi di Russell (30) e Kaliberda (22) messi insieme, la dice lunga sul fatto che è sempre lui l’ago della bilancia. Ha vinto la sua personale battaglia contro il connazionale Starovic, pure lui mostruoso nello spareggio. Adesso c’è Civitanova Marche da affrontare, c’è di nuovo il confronto con un monumento come Miljkovic che rappresenta da sempre il riferimento della pallavolo balcanica. Il duello a distanza sarà entusiasmante ma la speranza è che il finale sia lo stesso. L’analisi dell’allenatore Slobodan Kovac mette in evidenza insoddisfazione: «Io sono contento per la vittoria, ma non sono contento su come sono andate le cose. Penso che siamo in grado di giocare meglio. In certi momenti dobbiamo essere più lucidi e avere più coraggio perché nel tie-break sbagliare cinque-sei battute non è possibile. Una squadra che vuole fare qualcosa di importante, deve giocare meglio. Non posso dire che va bene, io voglio cambiare la mentalità a questa squadra. Nel terzo set, dopo aver vinto i primi due, non si può stare sotto 9-2. Voglio di più, questo è il mio obiettivo. Abbiamo vinto contro una squadra forte, ma stanca, e noi siamo più bravi di quanto abbiamo dimostrato. Questa è anche una cosa di testa e tutti i giocatori devono capirlo, lottando. Lottare è il punto di partenza e i miei giocatori devono rendersene conto. Questa vittoria ci deve dare qualcosa in più, contro Civitanova Marche vedremo se saremo in grado di farlo». Questo il parere del centrale e capitano Simone Buti: «Una serie che ti snerva, è durata un mese con tanti alti e bassi. Andare a vincere al Pala-Olimpia, davanti a quel pubblico, contro una grande squadra, è stato bellissimo. Devo fare i complimenti a Verona che non ha mai mollato. Questa vittoria vale doppio. Bravi noi perché abbiamo passato dieci giorni in un clima di terrore, bravi a rientrare in campo e dare tutto fino all’ultima palla. Abbiamo dato tutto e siamo stati premiati. Siamo stati bravi, se non avessimo avuto la tenacia avremmo perso, invece abbiamo tenuto duro. Una serie che dimostra che se giochiamo la nostra pallavolo possiamo andare a Civitanova Marche e dire la nostra contro una squadra, anzi due, fortissime».

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