Giulia Pascucci: «Scudetto sfumato, guardo avanti»

Pianeta Volley
By Pianeta Volley Maggio 4, 2016 09:30 Updated

Giulia Pascucci: «Scudetto sfumato, guardo avanti»

Pascucci Giulia (ride)

Giulia Pascucci (foto Michele Benda)

In una finale c’è sempre l’altra faccia della medaglia. Per la serie scudetto della pallavolo femminile è quella di Piacenza, squadra arrivata ad un passo dal sogno ma uscita sconfitta. Nelle fila emiliane c’è anche la schiacciatrice perugina Giulia Pascucci che racconta la sua stagione: «Quando l’estate scorsa ho scelto Piacenza ne ero entusiasta, sopratutto inizialmente. Sapevo che sarei andata in una società prestigiosa, diretta da persone veramente serie e nella quale vige una professionalità mai vista prima. La famiglia Cerciello (Nordmeccanica) infatti, nell’anno che ho trascorso non mi ha mai fatto mancare nulla. In Italia penso sia davvero difficile trovare una società così. Comunque ero felice perché dopo sei anni avrei rigiocato la champions league ed ambito magari a vincere uno dei trofei italiani. Oggi, a poche ore dalla sconfitta di gara-quattro è tempo di fare anche un bilancio personale. Le ragazze che ho incontrato, in particolare Leonardi, Melandri e Petrucci, sono state delle amiche stupende, spero di giocare insieme a loro anche in futuro. Oltre ad aver passato insieme un numero illimitato di ore tra viaggi, allenamenti, partite, abbiamo passato insieme anche praticamente tutte le cene, gran parte dei pranzi e anche qualche colazione. Cambiando totalmente discorso è tornando un po’ al presente e alle emozioni di giocare una finale scudetto posso dire di ritenermi una persona abbastanza lucida nei confronti della pallavolo, non mi esalto troppo quando vinco e non mi dispero quando perdo, tanto che alcuni dicono che me ne importa poco. È solo il mio modo di vivere le vicende personali, per me ci sono cose più importanti, da sempre. Lo scudetto è stato un sogno, un desiderio, non si è realizzato, il merito è delle avversarie che sono state decisive nei momenti importanti. Certo è che vivere una finale da dentro al campo è diverso che viverla dalla panchina, non essendo più una ragazzina quest’anno è stata la cosa che mi è pesata di più. Sapevo esattamente dall’inizio quale sarebbe stato il mio ruolo in una squadra così forte e comunque è stata un’esperienza che mi ha aiutata a crescere e a capire che non sono proprio il tipo da ‘riserva’. Nel fine settimana facevo fatica a scaricare le energie accumulate durante gli allenamenti e mi sono sentita un po’ frustrata, il campo mi è mancato tantissimo. Ed è per questo che, anche se a malincuore, l’anno prossimo non credo che ripeterò un’esperienza così. È ancora presto però per prendere decisioni, ora serve un po’ di riposo perché oltre all’estate sta per iniziare la stagione del beach volley, dei racchettoni e del burraco… e specie nell’ultimo sono una vera specialista».

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