Ivan Zaytsev: «Io e Bernardi porteremo Perugia in vetta»
Partite no stop, campioni da tutta Europa, calendario fitto e alta competitività. Ma la pallavolo italiana secondo l’ormai celebre Zar merita qualcosa di più. «Possiamo migliorare il movimento. E una briga che dovrebbe prendersi la federazione. Abbiamo seguito solo tra gli appassionati e dobbiamo sfruttare gli eventi per farci conoscere». Ad esempio la final four di champions league che si giocherà a Roma a fine aprile. «È come una finale di champions per il calcio. Serve un occhio di riguardo. Si giocherà nel palazzetto più bello d’Italia. Basta poco, idee semplici di gente giovane». Quando Zaytsev parla della pallavolo italiana si infiamma. Succede anche a margine di un evento Adidas, di cui è da poco diventato testimoniai. A questo sport ha dedicato tutta la vita. Figlio d’arte del grandissimo Vjacheslav ha iniziato a palleggiare da piccolo, seguendo le orme del padre. «Ho avuto un’educazione sovietica. In Russia è quasi un obbligo percorrere la stessa strada dei genitori e ho iniziato come palleggiatore. Poi ho trovato il coraggio e ho seguito quello che sono». Con il cambio di ruolo è diventato schiacciatore, forse il più forte in circolazione. I suoi ace a Rio con la Nazionale, nella semifinale olimpica contro gli Stati Uniti, hanno acceso il tifo italiano che ha scoperto una disciplina forse un po` dimenticata. «Quella partita è stato il momento più bello della mia carriera. Poi in finale contro il Brasile ci è mancata un po` di tensione…». È diventato il simbolo di quella nazionale e questa estate è tornato in Italia dopo l’esperienza in Russia con la Dinamo Mosca. «Lì sono sentito come un pesce fuor d’acqua, il doping di Stato? Posso dire solo che in due anni a Mosca non ho mai fatto un test antidoping». Lo dice con schiettezza, anche perché Zaytsev si sente italiano al 100%. Sono tornato perché mi mancava il calore del mio Paese». Ha scelto la Sir Safety Perugia per ripartire e vincere. Un obiettivo condiviso con il suo allenatore, il miglior pallavolista del ventesimo secolo. «All’inizio ci scontravamo (il riferimento è ai Giochi del Mediterraneo del 2009, ndr), poi abbiamo avuto esperienze altrove, siamo cambiati e ora vogliamo riportare Perugia al vertice». Magari vincendo la champions league, anche se Ivan Zaytsev non si sbilancia. «Avere l’accesso assicurato alla semifinale ci permette di prepararci al meglio. Ma prima dobbiamo superare il girone, spero senza problemi». Per lo scudetto, c’è da lottare. Perugia è seconda in classifica e reduce dal kappao contro Modena. «Cosa è mancato? Testa, concretezza e aggressività. Fisicamente stiamo bene ma manca quel qualcosa dal punto di vista psicologico per portare la partita a casa e dominare l’avversario nei punti cruciali. Ma anche io non sto benissimo. Sono molto esigente e non sono in forma come vorrei. Forse sto accusando il colpo di non essermi mai fermato. Ma mi riprenderò per essere decisivo a Perugia».
(fonte L’Adige)