Lorenzo Bernardi: «Voglio che Perugia sogni in grande»

Pianeta Volley
By Pianeta Volley Gennaio 3, 2017 14:00 Updated

Lorenzo Bernardi: «Voglio che Perugia sogni in grande»

Bernardi Lorenzo (indica)

Lorenzo Bernardi (foto Michele Benda)

Ha una nuova visione la Sir Safety Conad Perugia che cerca di diventare grande inseguendo la prima vittoria della sua storia. Deve necessariamente spostare l’asticella verso l’alto il club bianconero che ha per slogan “La storia siamo noi” volendo trasferire questo concetto dal panorama regionale a quello nazionale, e magari internazionale, avvalorandolo con fatti concreti. Nello sport i fatti sono trofei, obiettivi mai semplici da conquistare perché a vincere è solo uno ed i secondi non hanno spazio per la gloria. La filosofia della società sportiva perugina si intreccia bene con quella del nuovo tecnico Lorenzo Bernardi che ha più volte ribadito il concetto: «Chi non ha sogni non raggiunge grandi traguardi. Il sogno bisogna farlo diventare un obiettivo e raggiungere il risultato». Le dodici vittorie consecutive registrate sotto la gestione del popolare ‘Mister Secolo’ sono un biglietto da visita niente male, soprattutto in considerazione che lui è un debuttante nella superlega maschile. «Non ho mai nascosto che, dopo sette anni all’estero, allenare in Italia era il mio obiettivo». Da quando è arrivato in Umbria ha saputo sfruttare al meglio le congiunture favorevoli, la ripresa di Atanasijevic, il miglioramento di De Cecco e Zaytsev, la possibilità di scelta tra Berger e Russell di banda e tra Birarelli e Buti al centro. Il personaggio ha fatto presa sul presidente Gino Sirci che sotto l’albero gli ha fatto trovare un contratto triennale ed un fidato assistente in palestra come Caponeri. «Avevo visto una squadra con un potenziale molto alto. La componente fortuna è sempre indispensabile, arrivare al posto giusto nel momento giusto. Quando si vince è gratificante per il lavoro, si va in palestra con più tranquillità.
Io credo molto nel valore del gruppo. All’intento si devono avere anche i grandi campioni, l’ho sempre sostenuto, ma poi chi fa la grande differenza è il gruppo. Un campione ti fa vincere una partita, ma gli scudetti si vincono con la squadra». Non è frequente che un grande giocatore diventi un grande allenatore, il bagaglio di esperienze maturate sul campo però può essere d’aiuto. «A Perugia c’è grande entusiasmo, voglia di vincere. E noi dobbiamo continuare a sognare, senza mai farci travolgere dall’ossessione del dover vincere. Dobbiamo lavorare col desiderio di raggiungerli». Si è ambientato subito nel capoluogo regionale. «Abito sopra Corciano, mi sono trovato benissimo e non solo sotto il punto di vista professionale, anche se è vero che i buoni risultati aiutano. Ma bisogna stare con i piedi per terra». I block-devils fanno il tutto esaurito ovunque andiamo, in Italia ma anche all’estero. Un patrimonio della città una squadra importante, di primo livello con giocatori che sono un’attrazione per tutti. «Fa immenso piacere, è una responsabilità in più rispetto gli altri, aumenta la nostra consapevolezza». Se si parla delle avversarie più pericolose però il quarantottenne di origine trentina torna a precisare il suo concetto base. «Noi dobbiamo guardare noi stessi ed arrivare nelle migliori condizioni possibili alle partite. Se dovessimo perdere set e partite deve accadere per merito degli altri e non perché noi li abbiamo agevolati» Fotografa la pallavolo di oggi e la compara con quella di ieri l’ex pluricampione azzurro. «Oggi c’è assolutamente molta più fisicità, potenza in attacco ed in battuta, i giocatori hanno meno tecnica perché la forza fisica conta di più. Io alleno molto la tecnica individuale ma senza trascurare la tattica perché a parità di mezzi fisici sono queste a fare la differenza». Del gruppo passato alla storia come generazione di fenomeni sono diversi ad aver intrapreso la carriera di allenatore. «È la dimostrazione che non eravamo semplici giocatori, la nostra passione per questo sport era enorme, fa piacere quando incontri di nuovo certe persone che hanno scritto con te pagine importanti. Abbiamo sempre privilegiato l’importanza del gruppo e questo va a maggior merito nostro. Siamo riusciti ad entrare nell’anima delle persone trasmettendo l’amore per la disciplina».

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