Perugia deve lavorare sotto l’aspetto mentale

Pianeta Volley
By Pianeta Volley Gennaio 13, 2017 13:00 Updated

Perugia deve lavorare sotto l’aspetto mentale

Sir Safety Conad Perugia (campo)

i giocatori della Sir Safety Conad Perugia in campo (foto Michele Benda)

Serviva un’impresa, ma la Sir Safety Conad Perugia di questa stagione non è squadra da imprese. È una squadra con qualche problema di assetto che era stato forse dimenticato nella lunga striscia di successi consecutivi (dieci in campionato e quattro in champions league), ma che sono riemersi in modo brutale nella gara di coppa Italia. Nessuno stupore, quindi, che non sia riuscita a sfruttare i due set di vantaggio contro Piacenza e, di conseguenza, sia stata eliminata dalla competizione. Intendiamoci, il compito non era semplice come i più sprovveduti potessero pensare alla vigilia, ma la tanto temuta concentrazione che determina la costanza di rendimento ha evidenziato che i block-devils non sono ancora maturi per i grandi appuntamenti. Non lo erano nella finale di supercoppa italiana e non lo sono oggi. Di fronte a situazioni difficili è mancata la reazione del collettivo che non è neppure riuscito ad abbozzare una soluzione. Non per cattiva volontà, non per questioni tecniche, ma piuttosto per limiti caratteriali, limiti attuali che si sono sovrapposti a quelli strutturali più volte evidenziati. Fatto sta che il cambio di allenatore ed il ritorno in campo di Atanasijevic con conseguente spostamento di Zaytsev sulla banda ha ancora bisogno di tempo per trovare la massima efficacia. La squadra è sbilanciata in attacco ma in seconda linea soffre, e si può ben dire che sia stata proprio in difesa ad aver perso la battaglia contro Piacenza. Un fondamentale che, guarda caso, dipende molto dalla concentrazione e dalla rabbia agonistica che talvolta difettano tra i bianconeri. I famigerati occhi della tigre non si vedono nei giocatori in campo (salvo rare eccezioni) e in questa maniera i duelli equilibrati si perdono. La caratteristica di questa Perugia è sempre stata la buona partenza, ma quando la squadra comincia a pensare di essere più forte dell’avversaria, immancabilmente molla la presa. Manca di cinismo. Con questo atteggiamento si rischia di perdere set contro formazioni di basso rango (vedi il secondo parziale contro Sora), e si rischia di lasciare punti per strada (vedi i primi due frangenti di gioco con Vibo Valentia), il campanello d’allarme era dunque suonato ma la soluzione non si è trovata. Adesso sono cominciati gli esami di maturità e non bisogna sbagliarli perché il rischio è di arretrare in classifica. Di sicuro la squadra è composta da campioni e può ancora crescere, specie nella fase break-point, con battuta e muro che possono fare di più. Ma è altrettanto certo che dovrà aumentare la qualità delle palle difese, per fare in modo di poter contrattaccare lungo tutti i nove metri della rete e non attraverso soluzioni obbligate. In caso contrario negli scontri al vertice bisognerà sperare che siano le avversarie a sbagliare approccio. La fiducia ad ogni modo è dalla parte dei perugini che devono dare segnali di reazione e come ricordano i più esperti, i play-off sono un campionato a parte. Bisogna dunque che nei prossimi due mesi si facciano passi in avanti sotto l’aspetto mentale perché il livello del campionato non è proibitivo e portare un trofeo in bacheca è possibile.

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