Simone Buti: «Perugia deve fare il mea culpa»

Pianeta Volley
By Pianeta Volley Aprile 10, 2017 14:00 Updated

Simone Buti: «Perugia deve fare il mea culpa»

Buti Simone (rete)

Simone Buti (foto Michele Benda)

Niente da fare, la Sir Safety Conad Perugia non è riuscita nemmeno al secondo assalto a fare lo sgambetto agli acerrimi rivali, ed è tornata da Trento con la coda fra le gambe. Brucia la sconfitta perché stavolta, più che in ogni altro duello, i bianconeri ci hanno messo del loro per agevolare gli avversari. Fa più male questa volta, perché in fin dei conti era un risultato alla portata, ma l’estremo equilibrio esistente tra le due formazioni è stato ancora una volta deciso dalle giocate nei momenti topici… e non si può dire che i block-devils abbiano dimostrato di essere maturi. Il commento a caldo del tecnico Lorenzo Bernardi va letto proprio in questo senso: «Non voglio parlare di numeri perché nella sfida con Trento penso che i numeri siano molto fuorvianti. Dobbiamo cercare di giocare fino all’ultimo. Abbiamo la consapevolezza di aver regalato a loro parecchi palloni nei momenti importanti, o quanto meno abbiamo sprecato una buona occasione per andare avanti nel primo e nel secondo set dove avevamo discreti vantaggi. Il fattore C non credo c’entri in questa occasione, noi da un certo punto in poi non lo abbiamo neanche cercato, abbiamo fatto tutto da soli ed abbiamo agevolato il loro lavoro. Penso che questo sia innegabile. Con questo non dico che aver sfruttato quelle occasioni poi avremmo vinto ma è un dato di fatto che dobbiamo giocare meglio quelli che sono gli ultimi due tre palloni dei set. Dobbiamo ripartire da qui per allenarci con la consapevolezza che possiamo vincere gara-quattro e tornare a Trento per giocarci l’accesso alla finalissima». Anche il centrale Simone Buti è apparso molto amareggiato: «È grande il rammarico perché un conto è quando l’avversario ti sovrasta, un conto è quando regali tu. Sul 19-23 del secondo set ci può essere tutta la bravura che vuoi dei trentini ma noi dobbiamo fare il mea culpa. Dobbiamo tornare in palestra e in questi dieci giorni lavorare a testa bassa sapendo che possiamo battere gli avversari e tornare in trasferta a provarci di nuovo. In casa giochiamo meglio, ora ci morderemo i gomiti e dopo aver analizzato tutti gli aspetti ci chiariremo per fare in modo di non commettere gli stessi errori». Il clima del Pala-Trento è stato bollente. La tifoseria perugina si era preparata in maniera scrupolosa per l’appuntamento con la storia. Dentro all’impianto, ma anche per chi stava dietro al teleschermo, si udivano forti i cori dei perugini, giunti in oltre quattrocento dall’Umbria per sostenere la squadra del cuore. Nella domenica sportiva i Sirmaniaci si sono distinti per correttezza dagli spalti e per l’enorme carica agonistica, quasi fossero loro in campo. Le telecamere hanno indugiato sugli ‘incalliti’ supporters che non hanno mai smesso di sventolare le loro bandiere nelle quali la faccia del diavoletto perugino appariva sempre sorridente, ma non hanno mai smesso nemmeno di battere il ritmo sui loro tamburi per trasmettere la carica ai propri beniamini. Anche il presidente Gino Sirci è stato continuamente cercato dalla regia di Rai Sport che ha seguito il numero uno bianconero in tutte le sue manifestazioni di entusiasmo e di apprensione, nonché nel cambio di indumenti che proseguiva col trascorrere del tempo e l’aumento della temperatura all’interno del palasport. Non sono stati da meno i cori scanditi ad alta voce all’indirizzo dei giocatori in campo. Il sostegno della tifoseria è certamente l’aspetto dove si hanno meno dubbi in questo momento.

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