Perugia: stagione in archivio e riflessioni

Pianeta Volley
By Pianeta Volley Maggio 2, 2017 18:00 Updated

Perugia: stagione in archivio e riflessioni

Sir Safety Conad Perugia (cerchio)

gli atleti della Sir Safety Conad Perugia si abbracciano a centro campo (foto Michele Benda)

Il presidente Gino Sirci ha espresso la sua soddisfazione per i complimenti ricevuti dalla Cev (Confédération Européenne de Volleyball) per la riuscita della manifestazione allestita a Roma nell’epilogo della champions league maschile. Attestazioni di riconoscimento che rendono orgoglioso lui e che fanno onore a Perugia. «Alla fine della manifestazione io ed il mio staff saremo persone migliori». Erano state le sue parole alla vigilia. E non c’è dubbio che l’evento abbia arricchito la società sportiva, mettendola davvero alla prova. Ora però è tempo di bilanci ed il numero uno dei block-devils afferma convinto. «I nostri giocatori alla fine della stagione ci hanno regalato una finale vera, accreditata dal gioco. Siamo i vice campioni non d’Europa ma di un territorio che va da Lisbona a Vladivostok per cui anche di una buona parte dell’Asia. La piccola Perugia è seconda in mezzo ad una popolazione di mezzo miliardo di abitanti. Ma c’è un aspetto in cui siamo arrivati primi ed è quello del pubblico bianconero. La muraglia dei Sirmaniaci ha fatto venire le lacrime agli occhi a tutti, sono un patrimonio della pallavolo non solo perugina ma anche italiana e mondiale. A loro dico orgogliosamente grazie». Si chiude così l’annata agonistica con due finali disputate (supercoppa italiana e champions league) ed una semifinale (campionato italiano), forse poco per una squadra che aveva fatto ingenti sforzi economici, superiori a quelli delle precedenti stagioni. Ma come avevano prudentemente ricordato molti dei protagonisti alla vigilia, vincere non è facile e solo una squadra ci riesce. L’unica competizione in cui i bianconeri sono andati vicini alla vittoria è la supercoppa, scelleratamente sprecata su quell’8-3 del tie-break che ancora grida vendetta. Se la stagione fosse cominciata con una vittoria magari il percorso sarebbe stato differente. Detto ciò va altresì ricordato che la speranza di mettere in bacheca qualche trofeo era molto alta da parte del club e che uscire a mani vuote porta inevitabilmente a delle riflessioni. La prima è se la squadra sia stata costruita in maniera giusta. Aver puntato su Zaytsev come schiacciatore non è una scelta del tutto sbagliata, anche se era chiaro che ci voleva del tempo perché lo spoletino rendesse per quanto è pagato. Il prossimo anno si potrebbero raccogliere i frutti del suo lavoro, cambiare strategia ora sarebbe un autogol. Con lui e Russell impegnati in ricezione era chiaro che la seconda linea avesse bisogno di un libero forte in ricezione e non è un segreto che i tentativi del club di ingaggiare Colaci siano risultati vani. Perciò non si può gettare la croce su Bari che a trentasette anni ha dato il suo buon contributo, ritardando di una stagione il pensionamento che forse potrebbe arrivare nei prossimi giorni. Insomma, con una solida ricezione non si vincono le partite, certo, ma si consente alla regia di essere meno prevedibili e d ciò ne giovano in primis gli attaccanti. Il fatto è che Perugia si è un po’ incartata con i contratti degli stranieri e non ha margine di manovra se non sul ruolo di centrale e libero che devono essere italiani. In pratica è come se giocando a scala quaranta si è con due carte in mano e quando si pesca entra un tris, ma non si può chiudere perché bisogna scartarne una. Ci sarà da vedere se capitan Birarelli, in scadenza di contratto, resterà o se ne andrà (ma potrebbe appendere anche le scarpette al chiodo). Al momento le altre ipotesi sono solo fantasie senza fondamento.

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