Russell e Shaw, la spinta americana di Perugia

Pianeta Volley
By Pianeta Volley Febbraio 16, 2018 17:30 Updated

Russell e Shaw, la spinta americana di Perugia

Russell-Shaw

Aaron Russell e James Shaw (foto Michele Benda)

Nella tradizionale conferenza stampa del venerdì la Sir Safety Conad Perugia ha celebrato l’ennesimo successo della stagione, stavolta in champions league, e guardato al prossimo appuntamento. La parola è stata data ai due giocatori americani dei block-devils. Il palleggiatore James Shaw ha detto: «Ho saputo di essere titolare due giorni prima di giocare durante la visione dei filmati della squadra avversaria ed ero pronto a scendere in campo. Siamo contenti della vittoria contro Istanbul, stiamo guardando avanti per la prossima partita, quando entro in campo per me è sempre una gioia. In Italia la pallavolo è speciale rispetto al nostro volley universitario, la superlega è il top level della disciplina nel mondo, giocare in un top team come Perugia è importante, ma io voglio pensare settimana dopo settimana. Stiamo lavorando per migliorare, coach Bernardi è bravo, io sono figlio di un allenatore e vedo la sua qualità tecnica». Anche lo schiacciatore Aaron Russell ha avuto un pensiero positivo: «Vorrei essere un giocatore determinante per la squadra, qualche volta anche Atanasijevic ha bisogno di supporto e faccio del mio meglio per prendermi le mie responsabilità. Domenica giochiamo a Castellana Grotte che è attardata ma ha vinto contro Civitanova Marche e quindi non deve essere sottovalutata, ci prepariamo al meglio. Mercoledì prossimo giocheremo in casa contro Latina, ancora è lontano l’appuntamento e avremo tempo per pensarci, ci farà piacere ritrovare il nostro amico e connazionale Shoji. La pallavolo è cresciuta negli Usa ma sport come baseball, basket o football americano sono molto più avanti, c’è bisogno di tempo per arrivare ad avere un campionato professionistico ma qualcosa si sta muovendo. In Italia i tifosi mettono pressione negli Stati Uniti il pubblico applaude e fa rumore solo dopo la fine di un punto, non siamo abituati ad avere fischi prima della battuta ma questo porta anche tanta energia».

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