Ivan Zaytsev: «Grazie ai tifosi ma l’Italia deve ancora crescere»
Il campionato mondiale era iniziato tra ottimismo ed entusiasmo, ma per la naionale italiana è finito in anticipo rispetto a quello che molti si auspicavano. Il traguardo podio sembrava essere alla portata, era l’obiettivo che tutti erano convinti di centrare, ma il sogno è durato nove partite, svanendo inesorabilmente dopo il primo set della decima, quella che si doveva vincere tre a zero con la Polonia. La delusione dei dodicimila di Torino è stata grande perché nonostante tutto i tifosi credevano nel miracolo sportivo. Gli azzurri si sono dimostrati irriconoscibili fragili, quasi paralizzati contro i campioni in carica, determinati e sicuri dei loro mezzi. Alla prova del nove questa Italia si è smarrita rimediando una pesante bocciatura. L’ultimo podio iridato degli azzurri è del 1998, il terzo oro consecutivo. Da allora, tre quinti posti (2002, 2006 e 2018), un quarto nel 2010 e il tredicesimo nel 2014. Al disastro combinato mercoledì contro la Serbia non si è riusciti a rimediare, e ieri è mancata completamente la prova di carattere. I primi sette esami sono stati superati contro rivali di seconda fascia, ma quando l’asticella si è alzata contro Russia, Serbia e Polonia sono arrivate insufficenze. Ora ci si affretta a guardare avanti, a Tokio 2020, ma questa Italia è da rifondare perché di età troppo vecchia. Lo spoletino Ivan Zaytsev, 30 anni martedì, è il volto della delusione azzurra, partito fortissimo, si è spento strada facendo, come il resto della squadra: «Volevo ringraziare il pubblico che ci ha sostenuto, ci ha mandato tantissimi messaggi di sostegno per una impresa che non è arrivata. La vittoria finale, anche se ininfluente, è per tutti quelli che ci hanno creduto sino in fondo, abbiamo almeno chiuso con una vittoria questa manifestazione. È stata un’occasione per metterci in mostra e per far notare il nostro bellissimo sport che ha un grande potenziale e parte da una buona base ma deve crescere tanto».