Gino Sirci: «Ho visto una Perugia mostruosa»

Pianeta Volley
By Pianeta Volley Maggio 2, 2019 12:00 Updated

Gino Sirci: «Ho visto una Perugia mostruosa»

Sirci Gino (esulta)

Gino Sirci esulta (foto Michele Benda)

Fattore campo, ma anche fattore mentalità. La Sir Safety Conad Perugia ha mostrato una solidità insospettabile e minori sbavature rispetto al solito, brava ad interpretare bene gara-uno della finale scudetto e ad aggiudicarsela. Ma i campioni d’Italia in carica sono stati agevolati notevolmente da una Civitanova Marche nemmeno lontana parente di quella osservata negli ultimi tempi ed indegna del blasone che il club vanta, distratta, remissiva e sprecona. Per spiegare una tale schiacciante differenza tra le due rivali di sempre non bisogna guardare alle statistiche e nemmeno alla tecnica, la questione è esclusivamente psicologica. Se i block-devils sono arrivati un po’ provati sotto il profilo fisico ma con un rodaggio estremamente proficuo per quel che concerne l’atteggiamento da tenere in campo, i cucinieri hanno sbagliato tutto, mancando completamente di agonismo e personalità. Vedere una formazione come quella marchigiana slegata e incapace di reagire è una cosa che nessuno si aspettava, ma questo non può che essere catalogato nella categoria giornata storta, ingiustificabile quanto si vuole, ma anche difficilmente ripetibile. La prima sfida è andata in archivio e i perugini davanti al loro pubblico hanno fatto il loro dovere, prolungando la serie positiva dei play-off che dura da tre anni, con l’ultima sconfitta della post season che risale al 5 maggio 2016 (gara-due della finale scudetto con Modena, persa solo al tie-break). Da Allora sono state infilate diciassette affermazioni consecutive, sempre alla faccia di chi dice che il fattore campo non conta. Malgrado ciò c’è un ostacolo da abbattere, e i bianconeri devono farlo prima che possa diventare un sortilegio, vincere fuori casa. Anche sotto questo aspetto i numeri riportano parecchio indietro nel tempo, è infatti dall’8 marzo 2017 che i perugini non esultano in trasferta (gara-due dei quarti di finale a Piacenza). A rassicurare i Sirmaniaci, che hanno inscenato una coreografia geniale sotto il profilo dello sfottò ai cucinieri, è stata la prestazione del miglior giocatore della partita, ossia il regista argentino Luciano De Cecco che ha detto: «Iniziare bene è sempre bello, ma sono sicuro che questa non è la rivale che incontreremo nei prossimi match. Noi però siamo stati molto bravi, molto intensi, molto concreti ed abbiamo messo grande pressione con l’atteggiamento giusto. Adesso ci concentriamo per gara-due». Sostanziosa e completa anche la prova del centrale Marko Podrascanin che da ex si è rivelato vera spina nel fianco: «Credo che siamo entrati in campo molto concentrati e decisi a difendere il nostro campo. Adesso vogliamo vincere anche in trasferta, sono tre anni che non ci riusciamo nei play-off e vogliamo fare una sorpresa sul campo civitanovese. Il nostro livello di gioco può essere ancora migliore, credo però che sia stata la migliore partita di quest’anno, è arrivata nel momento perfetto. Ora però non abbiamo tempo di festeggiare, bisogna pensare alla prossima sfida». Euforico e carico a pallettoni il presidente Gino Sirci che ha commentato con parole colorite: «Siamo dei mostri. Li abbiamo asfaltati. Devo dire che vedere questa gente di Perugia così felice è meraviglioso. Sono orgoglioso di questa squadra e di questo pubblico che è come sempre eccezionale». A tenere i piedi per terra ci pensa il direttore sportivo Stefano Recine che di esperienza nelle finali ne ha più di ogni altro all’interno del club: «Abbiamo dato un bel segnale. Voglio sottolineare che abbiamo giocato una semifinale contro una grandissima Modena che era ingiustamente sottostimata da più parti, una cosa che credo in pochi hanno capito. Questo ci ha portato ad essere pronti ad affrontare la finale, poi è chiaro che quella vista non era la vera Civitanova Marche. Ad ogni modo non penso assolutamente che sia una serie corta, sarà lunga e difficile. Le partite quando ci sono grandi campioni in campo possono cambiare, stavolta l’abbiamo interpreta meglio noi, ma domani sarà un’altra partita. Stiamo molto bene, avevo sentito dire che eravamo cotti, delle cose allucinanti, la verità è che le squadre sono fatte da uomini e non è che si possono giocare tutte le gare in maniera perfetta, ci sono cali di tensione, ci sono le avversarie, e gli atleti non sono macchine».

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