Vital Heynen: «Orgoglioso della mia Perugia»
In palio c’era il primo trofeo della stagione e la Sir Safety Conad lo ha conquistato all’ultimo tuffo. Ancora una volta Civitanova Marche si conferma campo appagante per i bianconeri. Una prestazione cinica quella dei canarini, non bastano però i trenta punti siglati dall’ex Zaytsev per rovinare la serata ai perugini, trascinati da Leòn. C’è infatti la firma del cubano sul trofeo che Perugia mette nel proprio palmares. I block-devils vincono la supercoppa italiana di pallavolo maschile, la seconda della loro storia. Euforia dilagante per i Sirmaniaci e per il presidente Sirci che vedono concretizzare i loro sforzi dopo una calda e controversa estate di cambiamenti. Gli umbri fanno doppietta dopo il trofeo messo in bacheca nel 2017. Centro al primo colpo per coach Vital Heynen, sul gradino più alto del podio a tempo record dopo l’arrivo in Italia: «Questa vittoria è soprattutto della squadra. Le prime partite stagionali non sono state facili, ma nell’ultima settimana ho visto che i ragazzi hanno capito non un sistema, ma una filosofia ed una mentalità che sono quelle di giocare insieme. Per me questo aspetto è fondamentale, è fondamentale non trovare l’errore, ma trovare la soluzione. Sono orgoglioso della squadra, in finale contro Modena, che è una squadra molto forte, abbiamo giocato cinque set senza calare mai con la testa e credo che abbiamo vinto grazie alla testa questa supercoppa». Va anche detto che Perugia e Modena alla vigilia del torneo, erano date entrambe per vittime sacrificali. Invece si sono trovate a giocarsi la finale del primo titolo della stagione, superando le superfavorite, una Trento che aveva identico schieramento dello scorso anno e quindi più rodata, ed una Civitanova Marche milionaria che poteva sfruttare anche il sostegno dei propri tifosi. Che però nessuno parte sconfitto lo ribadisce il libero Massimo Colaci: «Eravamo venuti a Civitanova Marche per vincere la coppa, come le altre formazioni ovviamente, e sono strafelice per come ce la siamo conquistata. Ci abbiamo creduto tanto, abbiamo sofferto ma è una grande soddisfazione anche per come siamo arrivati a questa final four. Ci davano tutti per spacciati, ma le partite prima bisogna giocarle. La finale è stata una partita incredibile, tiratissima, abbiamo affrontato una squadra fortissima e mi sono divertito un sacco in campo. La ricezione una chiave del match? Sapevamo che per avere delle chance dovevamo tenere in quel fondamentale. Siamo stati bravi, loro hanno tirato a mille, noi ci siamo aiutati tanto». Una vittoria in una partita da dentro-o-fuori è un balsamo che aiuta. Se, sulla carta, una squadra parte sfavorita e poi invece vince, può ottenere una spinta a credere maggiormente ne! lavoro che sta portando avanti. Se l’obiettivo è quello di colmare il gap tecnico che può esistere alla vigilia della stagione, una vittoria diventa il chiaro indizio che gli obiettivi sono raggiungibili. Lo conferma lo schiacciatore Filippo Lanza: «È stata una finale di altissimo livello con tutte e quattro le squadre preparate a combattere. La finale è stata lunghissima, difficile, con alti e bassi chiaramente, ma con un livello di gioco che di solito si vede molto più avanti in stagione. La nostra metamorfosi rispetto a dieci giorni fa? Siamo passati dalle stalle alle stelle molto velocemente, ma dobbiamo stare attenti perché il passo inverso è sempre dietro l’angolo, dobbiamo proseguire a lavorare tanto, ad affinare i nostri meccanismi e ad avere la stessa determinazione di questa supercoppa. In ricezione abbiamo fatto i numeri, tenendo contro una squadra che batteva davvero forte. Poi è chiaro che abbiamo dei terminali in attacco fantastici». Ma è stata anche la vittoria di chi lavora molto nell’ombra, magari meno appariscente degli altri, ma a conti fatti con un apporto sempre determinante, come il centrale Fabio Ricci: «È stata una partita sempre molto equilibrata, l’abbiamo vinta nel quinto con i break di Leo e Bata. Vincere è sempre molto bello, abbiamo iniziato la stagione con un trofeo ed è importante, ma ora torniamo in palestra a lavorare. Eravamo venuti a Civitanova Marche con l’idea di crescere e lavorare sulle cose che ci aveva chiesto il nostro allenatore. Direi che lo abbiamo fatto migliorando come squadra, migliorando nella fase muro-difesa e sbagliando di meno rispetto al solito. Poi ci siamo portati a casa la coppa quindi sono stati due giorni perfetti».