Vital Heynen, la novità di Perugia nella superlega

Pianeta Volley
By Pianeta Volley Dicembre 29, 2019 19:37 Updated

Vital Heynen, la novità di Perugia nella superlega

Heynen Vital

Vital Heynen

È la grande novità del campionato italiano di superlega maschile, e di novità ne ha portate diverse alla Sir Safety Conad Perugia sulla cui panchina è arrivato per sostituire una celebrità del volley azzurro. Sapeva di avere un compito difficile ma la sfida lo allettava e lo ha convinto ad accettare la proposta. Stiamo parlando dell’allenatore Vital Heynen che appena è arrivato ha vinto la supercoppa: «Onestamente dico che il successo è fondamentale per i giocatori, alzare una coppa al cielo dà un morale straordinario e una convinzione per affrontare il prosieguo della stagione». Gli sportivi amanti della pallavolo lo conoscevano già, ma quel suo modo di stare a bordo campo, con un atteggiamento che pare non essere mai contento è una delle cose che diverte di più gli spettatori durante partite, nonché il continuo controllo del tablet. «È il mio modo di vivere la partita e di sentirmi parte integrante della mia squadra, consultare il computer nel corso di una partita mi permette di essere più calmo e di concentrarmi sul da fare. Il computer fornisce dei dati e delle indicazioni statistiche molto importanti. Poi però c’è l’aspetto delle sensazioni personali». Un personaggio nel vero senso della parola il tecnico di origine belga, famoso anche per i cartellini gialli rimediati in gara, il presidente Gino Sirci lo ha paragonato ad una pasta piccante. «L’idea è che quando la mangi senti un sapore acuto, ma solo dopo un po’ ti brucia in bocca. Penso sia come lavorare con me, so di non essere facile. Ho la mia opinione e la dico ad alta voce, ma ciò non significa che non puoi essere in disaccordo con me. Stiamo imparando a conoscerci ma il rapporto sta andando nella giusta direzione. Abbiamo una buona relazione, non sempre siamo d’accordo, ma abbiamo rispetto reciproco. Siamo entrambi coraggiosi e determinati a raggiungere i nostri obiettivi. Il presidente è informato di tutto e per un allenatore non è facile avere un capo così coinvolto. Gino è un uomo pieno di passione per la pallavolo, quindi la condividiamo insieme. Gli piace sentirsi parte della squadra». Il coinvolgimento del presidente sulle questioni tecniche potrebbe essere antipatico per molti, ma lui ci vede degli aspetti positivi. «Significa che col tempo capirà completamente me e i miei metodi. Inizialmente c’erano piccoli problemi di comunicazione, perché il mio italiano non era abbastanza bravo da comunicare in ogni situazione, ma ora possiamo parlare liberamente». All’inizio della stagione, dopo la sconfitta con Civitanova Marche, Sirci aveva dichiarato che non andava bene nulla, che c’era un problema grande da risolvere ed in molti hanno letto questa critica verso il suo operato. «Quando sono arrivato nel campionato italiano, tutti si aspettavano vittorie. Mi sono unito alla squadra dopo essere tornato dalla Coppa del Mondo appena tre giorni prima della prima partita di campionato con la Latina. Abbiamo vinto solo al tie-break. In così poco tempo è difficile capire qualcosa. Sono stato a Perugia ad agosto per la preparazione e ho lavorato con quattro ragazzi dell’organico, gli altri li ho incontrati ad ottobre quando sono tornato. Il team mi ha aiutato vincendo la supercoppa italiana. Hanno dimostrato di voler vincere con me, anche se non conoscevano ancora completamente il mio sistema di lavoro. Prima di quel torneo avevo chiesto ai giocatori semplicemente una cosa. “So che è impossibile per te giocare esattamente come voglio dopo pochi giorni di lavoro insieme, ma almeno provaci”. E l’hanno fatto. Abbiamo vinto contro Trento, abbiamo battuto Modena e siamo saliti al secondo posto in campionato. Siamo sulla strada giusta. Per il club di Perugia, è probabilmente anche una nuova situazione visto che ha deciso di avere un allenatore che fa due lavori, col club di Perugia e con la nazionale di polonia. A Perugia sono accettabili solo le sconfitte con Civitanova Marche. Essendo una squadra importante devi vincere tutto. Le persone a volte non si rendono conto della pressione esercitata su un giocatore che non può permettersi una giornata storta. Lo stesso vale per il tecnico. Non lo dico per lamentarmi, ma per rendere tutti consapevoli della differenza. La pressione sulle squadre migliori è diversa da quelle di centro classifica». Qualcuno a Perugia non era del tutto convinto dei suoi metodi di allenamento innovativi. «Quasi tutti direi. Per dieci anni hanno fatto gli stessi esercizi durante il riscaldamento, e all’improvviso hanno dovuto far rimbalzare la palla sulle sedie o muoversi evitando le bottiglie collocate a terra. È ovvio che questo sembra strano per loro». Parla anche del ruolo di Wilfredo Leòn all’interno della sua squadra e lo ritiene fondamentale. «Difende i miei valori e mi aiuta molto. Fuori dal campo, fa un gran lavoro per la squadra, non gliel’ho nemmeno chiesto. Accade sin dal primo giorno. A volte discutiamo di qualcosa con i giocatori, lascio lo spogliatoio e dopo un po’ sento Wilfredo che spiega il mio messaggio ai giocatori in modo che capiscano meglio cosa intendevo. È così che si comporta un leader. Lo ha imparato durante la stagione nazionale da giocatori come Kubiak. Ha visto come funziona il gruppo e ha iniziato a trasferire il concetto a Perugia».

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