De Cecco e Leòn hanno risposto ai tifosi di Perugia

Pianeta Volley
By Pianeta Volley Marzo 1, 2020 09:00 Updated

De Cecco e Leòn hanno risposto ai tifosi di Perugia

DeCecco-Leòn

Luciano De Cecco e Wilfredo Leòn

Approfittando della pausa forzata del campionato la Sir Safety Conad Perugia ha creato il secondo appuntamento per i propri tifosi ribattezzato ‘aperiSir’ dove ha dato spazio alle domande degli sportivi all’indirizzo di capitan De Cecco e Leòn. I due fuoriclasse bianconeri si sono incontrati negli uffici del club all’interno del palasport ed hanno risposto alle domande formulate loro attraverso l’app. Il palleggiatore argentino Luciano De Cecco ha detto: «La coppa è stata una batosta grossa. Non ho giocato la mia miglior partita, ci vorrà un po’ per smaltirla, ma tornando in palestra giorno dopo giorno sicuramente passerà. Ogni volta che entro in campo provo a dare il massimo, è importante la carica che danno i tifosi e che ci aiuta nei momenti di difficoltà. Essere capitano di Perugia è stata una sorpresa, poi una sfida e infine una gioia perché è una squadra importante e me la godo tutta finchè posso. Ancora non ho deciso cosa farò dopo questa stagione, ho letto tanti commenti sui social, di tutti i tipi, io sono tranquillo e per ora mi concentro sugli obiettivi che rimangono per vincere il più possibile, rimangono lo scudetto e la champions league, poi vedremo». Queste invece le parole dello schiacciatore cubano Wilfredo Leòn: «Abbiamo giocato due belle partite in coppa Italia, soprattutto la semifinale. Nella finale siamo stati avanti, poi indietro e abbiamo lottato, alla fine vince una sola squadra e a noi spetta l’onere di riflettere su cosa non è andato per cercare di migliorarlo. La cosa che mi colpisce di più a Perugia è il pubblico che è incredibile ed entusiasta, quando giochi in casa fanno sentire la loro energia ed il loro sostegno, fanno capire a tutti che il palasport è la nostra casa. Sentire dire che sei il miglior giocatore del mondo non è niente di particolare per me, io vado in campo e mi basta faccio il gioco che devo fare, quello mi dice se ho fatto il gioco per cui mi sono allenato. Fra dieci anni spero di poter ancora giocare, altrimenti penso che andrò a pescare o magari porterò i figli a scuola».

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