Fabio Cricco: «Le abitudini di spesa sono cambiate»

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By Pianeta Volley Marzo 27, 2020 10:00 Updated

Fabio Cricco: «Le abitudini di spesa sono cambiate»

Cricco Fabio

Fabio Cricco

In un periodo nel quale sono radicalmente modificate le abitudini della popolazione, ci sono dei settori particolari come quello della grande distribuzione che hanno registrato nei giorni di emergenza un cambiamento dei consumi. Se ne è reso conto Fabio Cricco, ex giocatore del Perugia di serie B maschile che afferma: «Lavoro da qualche mese in un supermercato, mi occupo in prima persona del reparto dei freschi e allo stesso tempo sono a stretto contatto con gli altri reparti del punto vendita, ho assistito ad una corsa all’accaparramento per quanto riguarda i beni di prima necessità (pasta, farina, zucchero, uova, lievito, biscotti, carni). Soprattutto il consumo di farina è aumentato a livelli spropositati, tanto che ci siamo dovuti attrezzare ordinandone dal magazzino interi bancali. La gente, costretta a mangiare in casa e non andando più al ristorante, deve necessariamente acquistare i prodotti per cucinare. Lo scontrino medio, che in una situazione di normalità era di circa 25 euro, è salito a più del doppio. Il lievito ora come ora è diventato introvabile, sembra che tutti siano diventati mastri fornai e pasticceri, ed è il primo prodotto viene richiesto a me o ad un collega che gira per le corsie. Nei giorni scorsi ho visto una foto pubblicata sul web dove c’era un dipendente di un supermercato che girava per il negozio con appeso al collo un cartello con scritto “il lievito è terminato”. Per non parlare della famosa amuchina e degli altri disinfettanti, ormai da tempo non più presenti nel punto vendita e non più oggetto di interesse, quasi a sottintendere una rassegnata consapevolezza della loro assenza. Sembra assurdo che ogni mattina prima di andare al lavoro debba indossare guanti, mascherina ed iniziare il turno con il pensiero di non dovermi mai toccare occhi e altre parti del volto. È dura evitare il più possibile di togliere la mascherina, nonostante essa mi provochi degli evidenti segni sul viso e sulle orecchie. Più semplice, ma certamente non consueto, tenermi alle dovute distanze dai clienti, già centellinati all’ingresso. Nonostante tutto cerco di prestare il mio contributo per far trovare i prodotti sempre sullo scaffale. Mi reputo molto fortunato ad essere tra le categorie che in questo periodo lavorano e cerco di cogliere questa opportunità con serenità, soprattutto nel rispetto di coloro che sono impossibilitati a farlo. La paura suscitata dal Dpcm dell’8 marzo non è ancora svanita, ma si sta man mano smussando tanto da farmi intravedere nei volti dei clienti una maggiore tranquillità, speriamo segno di una ritrovata positività che possa risollevare tutta la nazione».

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