Giada Cecchetto: «La salute prima di tutto»

Pianeta Volley
By Pianeta Volley Marzo 10, 2020 11:00 Updated

Giada Cecchetto: «La salute prima di tutto»

Cecchetto Giada (bagher)

Giada Cecchetto (foto Maurizio Lollini)

Stavolta è vero, il campionato è fermo per decreto del Governo italiano, e non per le decisioni prese dalle singole federazioni o dalle leghe (che hanno in convenzione la gestione dei massimi campionati). Nella squadra della Bartoccini Fortinfissi Perugia di serie A1 femminile ci sono atlete più coinvolte di altre nelle vicende relativa al Coronavirus – Covid 19. È il caso della libero Giada Cecchetto di origine milanese che segue sin dall’inizio l’evoluzione con attenzione: «La situazione è molto complicata e temo che non si risolverà in breve in tempo… La mia famiglia vive a Milano e io non torno a casa da prima di Natale, fortunatamente sono riuscita a salutarli a metà febbraio a Busto Arsizio e avrei dovuto rivederli a Brescia prima che sospendessero la prima partita del campionato il 23 febbraio scorso. Siamo tornate a Perugia dopo un’altra trasferta a vuoto a Scandicci che è stata sospesa in seguito ai decreti di sabato sera. Penso che non si debba sottovalutare la situazione prendendo le giuste precauzioni ma allo stesso tempo non ci debba essere panico, la quarantena è una condizione nuova che ha scaturito allarmismo in alcune persone e indifferenza in altre ed è questo che mi preoccupa. A Milano, dopo l’assalto ai supermercati dovuto al panico iniziale, ora molte persone continuano a fare la vita di sempre con alcune restrizioni come lavorare da casa e tenere le giuste distanze quando ci si incontra fuori dalle abitazioni, la città ovviamente è vuota rispetto a com’è solitamente e questo riduce la possibilità di contatto. Il problema grosso riguarda gli ospedali che si stanno saturando per l’alto numero di contagiati. Quello che mi auguro è un aumento al più presto del numero dei guariti che sarebbe un forte segnale di miglioramento della situazione, con la speranza che gli italiani seguano correttamente i protocolli emessi dal Ministero della Salute senza eccessive paure. Noi in Umbria abbiamo ancora pochi casi e la situazione è abbastanza tranquilla, seguiamo i regolamenti e facciamo attenzione ai contatti con le altre persone quando usciamo. La mia famiglia che vive in centro a Milano esce poco di casa se non per fare spesa e quando incontra qualcuno in automatico si mantiene a distanza, mio fratello che è ingegnere lavora da casa e ha sospeso le sue attività post lavoro. Riguardo al campionato penso che lo sport sia un mezzo per distogliere l’attenzione delle persone dalla realtà attuale e che invii un importante messaggio: la vita nonostante tutto continua. Per me la salute viene prima di tutto e se ci sono le condizioni per giocare io sono la prima a scendere in campo a difendere la maglia, ma se non ci sono le condizioni non voglio che noi atlete, e conseguentemente i nostri cari (per chi li ha vicino), vengano messi a rischio. Spero che la situazioni migliori al più presto, e che le decisioni in merito siano prese con saggezza anche riguardo lo sport».

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