Gino Sirci: «L’intenzione di proseguire ancora c’è»

Pianeta Volley
By Pianeta Volley Marzo 24, 2020 08:00 Updated

Gino Sirci: «L’intenzione di proseguire ancora c’è»

Sirci Gino (ride)

Gino Sirci (foto Michele Benda)

La superlega maschile continua a temporeggiare in attesa di qualche spiraglio di luce nel buio dell’emergenza sanitaria. Le incognite sono notevoli tra squadre che hanno ripreso ad allenarsi (nel rispetto delle nuove normative), società sportive che portano avanti un lavoro ridotto, ed altre che sono completamente ferme. Ogni giorno che passa si acuisce la distanza tra chi vorrebbe che il campionato fosse chiuso così e chi come la Sir Safety Conad Perugia ancora spera di poter disputare l’ultima parte di stagione. I block-devils non sono soli, i club più grandi la pensano quasi tutti alla stessa maniera. A chiarire il suo pensiero è il numero uno bianconero, il presidente Gino Sirci dice: «Credo che, una volta che il peggio sarà alle spalle e, una volta garantite tutte le condizioni di salute, magari a porte chiuse, ma il campionato vada terminato assegnando lo scudetto. Se esistono le condizioni, ad esempio accorciando la formula, sarebbe brutto non farlo, anche perché la cancellazione della Vnl (Volleyball Nations League) consente di prolungare la stagione fino alla fine di giugno». Un pensiero questo che riguarda tanto il campionato italiano che la champions league. «Dai contatti che ho c’è l’intenzione di disputare la coppa continentale e, al momento, Berlino sarebbe disposta a mantenere la sede dell’organizzazione». Una visione ottimistica della situazione che va in forte controtendenza con i dati che emergono dalla protezione civile, ma per scoprire se potrà essere portata avanti l’idea bisognerà vedere quanto durerà ancora la pandemia che presenta un incremento di casi in tutto il mondo, specie nel vecchio continente. Di certo pensare di tornare a giocare la superlega stabilendo in corsa nuove regole, magari assegnando lo scudetto con un play-off più corto, potrebbe non essere improponibile, anche se trovare la quadra tra club sarà dura, altrimenti si tornerà in campo il prossimo anno. Sono tutte valutazioni su ipotesi che ognuno sta facendo per conto proprio. Alla base di questa volontà c’è senza dubbio un ragionamento economico. Lo sport è un comparto che vale l’1,7% del Pil, secondo le stime del Coni circa 30 miliardi di euro (il doppio considerando anche l’indotto), e se saltano i campionati, tra diritti tv e sponsor, le ripercussioni sono notevoli. È chiaro che le priorità del governo sono altre al momento, ma contestualmente al contenimento sanitario ci dovranno essere per forza misure economiche a sostegno del terzo settore, un comparto che è a pieno diritto nella filiera produttiva della nazione. Ad ogni modo i calcoli delle perdite sono prematuri perché lo scenario è quanto mai incerto. Al momento la sospensione delle attività vale fino al 3 aprile e i dirigenti della disciplina delle schiacciate sono concentrati sulle azioni da mettere in campo per salvare la stagione agonistica. Nessuno vuole pensare cosa succederebbe se il blocco perdurasse a tal punto da cancellare la restante parte del calendario, ma il rischio è enorme. Nella superlega la stima di mancati incassi per un mese di partite a porte chiuse, tra biglietti e abbonamenti, era di circa 600’000 euro. Per gran parte delle società come quella umbra il botteghino è una voce fondamentale del fatturato e già il fatto di giocare senza pubblico avrebbe un impatto rovinoso. In ogni caso i club devono continuare a pagare gli stipendi anche se non si gioca, ma senza gli incassi delle partite e con le rate delle sponsorizzazioni che iniziano a ritardare, i problemi di liquidità non mancano. E per fortuna che il volley non è professionistico, altrimenti le scadenze fiscali sarebbero anche più pesanti.

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