Giuseppe Cuccarini: «Ho scelto l’isolamento volontario»

Pianeta Volley
By Pianeta Volley Marzo 20, 2020 08:00 Updated

Giuseppe Cuccarini: «Ho scelto l’isolamento volontario»

Cuccarini Giuseppe (Lodz)

Giuseppe Cuccarini

Il picco del contagio si avvicina, cresce costantemente il numero delle persone infettate in tutto il mondo, specialmente in Italia ed in Europa, col risultato che le frontiere sono state chiuse. Le intenzioni dei governi erano state anticipate e chi lavora all’estero ha agito di conseguenza. Tra gli allenatori che stavano lavorando fuori dai confini nazionali c’è il tifernate Giuseppe Cuccarini che dalla Polonia è rientrato in Italia e racconta il suo viaggio: «Giovedì scorso ci hanno detto nel pomeriggio che il campionato si sarebbe fermato, venerdì mattina la mia manager mi ha telefonato dicendo che era meglio se tornavo a casa perché era imminente la chiusura dei confini. Sabato sono partito da Lodz e sono andato a Varsavia a prendere un aereo per Lubiana. Il volo era pieno di persone, quasi tutte con la mascherina. Dalla Slovenia ho avuto un passaggio fino al confine italiano tramite il padre di un’atleta, poi col treno sono partito da Gorizia ed arrivato a Venezia, non c’era nessuno, solo io ed una mia atleta (Caracuta, ndr). Ho dormito a Venezia e il giorno seguente ho preso un altro treno per Matera dove abito, in quasi mille chilometri dal finestrino avrò visto una decina di persone, quasi esclusivamente fuori dai supermercati adiacenti alla ferrovia, una visuale scioccante. Nel treno che ho preso è salita una persona e ne sono scese due a Bologna, poi ne è salita un’altra ad Ancona, in tutto quattro movimenti. Sono voluto tornare perché ero solo in Polonia e avevo timore che le cose precipitassero anche dal punto di vista dei rifornimenti. Ora vivo in un appartamento vicino a quello dove risiedo assieme alla mia compagna, ho scelto di stare in isolamento volontario per due settimane, non esco per mia tranquillità e per rispetto di tutte le persone a me care. In Polonia i casi di Coronavirus non erano molti, ma il rischio di rimanere senza fare niente per chissà quanto tempo mi ha fatto optare per il rimpatrio. Il campionato polacco femminile ha terminato la stagione regolare e secondo me potrebbe essere chiuso così. I posti per le coppe europee sono stati già assegnati, il titolo per quanto mi riguarda potrebbero darlo o non darlo». Il punto di vista di un emigrato che guarda l’Italia dall’estero è quello di cui si sente parlare. «All’inizio la gente ci scherzava sopra, si diceva che era una questione italiana, poi le cose si sono cominciate a fare più serie ed hanno capito che le misure da prendere dovevano essere severe. Il problema è grosso e globalizzato, abbiamo la fortuna di avere delle abitudini di vita ed igieniche molto migliori di altri paesi, speriamo che questo possa aiutare, ma prima di tutto adesso ci vuole prudenza da parte di tutti».

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