Le riflessioni di coach Fabio Bovari sui provvedimenti sportivi

Fabio Bovari (foto Maurizio Lollini)

In merito alle ultime disposizioni emanate dagli organi sportivi ed adottate dal mondo della pallavolo, con decisioni differenti a seconda del tipo di campionato in oggetto, le reazioni che si registrano sono molteplici. Una posizione tra le più critiche pare essere quella della Bartoccini Fortinfissi Perugia di serie A1 femminile, che al momento continuerà a giocare ma in impianti a porte chiuse. Dopo un primo momento di metabilizzazione dei comunicati è stato l’allenatore Fabio Bovari ad esternare il suo pensiero attraverso la pagina social: «Mi chiedo con la massima serenità se la serie A in quanto tale è immune al Coronavirus. Gli atleti e gli staff hanno doni particolari? La serie A non contagia e non può essere contaminata perché è serie A? Se noi dovessimo incorrere in qualche contagio e senza saperlo lo veicolassimo ai nostri cari e non, magari ottantenni, mettendo a repentaglio la loro vita, con che spirito d’animo poi guarderemmo il futuro? Tra le regole ed i suggerimenti bisogna mantenere le distanze, non avere contatti diretti, evitare di toccare superfici, palloni, oggetti, compagni, addetti, un’area pur circoscritta ma probabilmente non sanificata ci tutela? Come può un medico ed un presidente decidere e valutare se una squadra è o non è a rischio per sé e per gli altri visti i tempi di incubazione. Come possono gli addetti ai lavori, dirigenti, fotografi, giornalisti, staff tecnico, operatori tv, bambini del giro palloni, essere considerati non contaminabili e viceversa. Come le atlete e gli addetti possono vivere questo momento? Con quali sensazioni? Credo che quello che oggi vada tutelato e la Salute di tutti, e se per farlo si devono fare degli sforzi e delle rinunce questo è il momento. L’interesse non deve né può prevaricare in alcun caso la salute».

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