Filippo Agostini: «Quarantena, ma finalmente a casa»
Aveva firmato per questa stagione con Corigliano Calabro in serie A3 maschile ma non l’ha potuta portare a termine per le ben note decisioni di interruzione di tutti i campionati. Lo schiacciatore folignate Filippo Agostini racconta come ha trascorso le ultime settimane: «Sin dal primo giorno di sospensione era chiaro che sarebbe stato difficile ricominciare il campionato. La nostra società ci ha subito illustrato la gravità della situazione e i possibili scenari che si sarebbero venuti a creare. Tramite il preparatore atletico abbiamo iniziato un percorso fisico da seguire a casa in attesa di notizie da parte degli organi competenti. Con il passare dei giorni la situazione peggiorava e anche le necessarie restrizioni imposte dal governo, quindi ci è stata data libertà di tornare dalle proprie famiglie. Io insieme ad alcuni miei compagni, quelli residenti più distanti, abbiamo scelto di rimanere a Corigliano Calabro aspettando le decisioni federali. Quando alcuni giorni fa è uscita l’ufficialità della chiusura dei campionati ci siamo attrezzati per rientrare a casa contattando le autorità locali in modo da avere tutti i documenti in regola. Credo che la scelta presa dalla federazione sia stata giusta, terminare qui per poi riprendere, più forti, l’anno prossimo. Immagino che ci saranno conseguenze gravi per alcune società a causa della crisi economica, spero che vengano aiutate per evitare la chiusura di tante realtà che ora si trovano in difficoltà. Ci siamo riuniti all’inizio e ci hanno detto che gli allenamenti erano stoppati poi comunque la situazione non migliorava allora chi voleva poteva tornare a casa. Il viaggio di ritorno in macchina con tutti i documenti per non prendere multe (foglio in cui la società dice che il campionato è concluso, poi autocertificazione). Ho chiamato la protezione civile per avvisare del ritorno e ora devo fare quattordici giorni di quarantena. Nel viaggio di ritorno abbiamo incontrato diverse volanti della polizia, ma non ci hanno fermato. Le strade erano deserte, ora viaggiano praticamente solo i camion».