Gino Sirci: «La pallavolo si è arresa troppo presto»

Pianeta Volley
By Pianeta Volley Aprile 11, 2020 09:00 Updated

Gino Sirci: «La pallavolo si è arresa troppo presto»

Sirci Gino

Gino Sirci (foto Michele Benda)

Continuano a tenere banco le polemiche tra i club di superlega maschile e la federazione italiana pallavolo, con la Sir Safety Conad Perugia che continua a leccarsi le ferite di una stagione nella quale avrebbe potuto essere protagonista sino in fondo sui due fronti, italiano ed europeo. Nel frattempo la chiusura anticipata del campionato ha dato il via libera alle notizie di mercato, tutto quello che non era stato detto sino a questo momento comincia a trovare ufficialità. E sull’argomento alzatore è stata la questione relativa a Luciano De Cecco ieri a sollevare un po’ di polvere, con dichiarazioni che lo stesso atleta argentino ha detto essere state mal interpretate. Anche il presidente Gino Sirci ha tenuto a fare chiarezza dicendo la sua: «Perugia lo avrebbe tenuto a De Cecco, ma a prezzi equi, lui invece aveva rilanciato rialzando l’ingaggio di un terzo (da 300’000 a 400’000 euro, ndr). Chiedeva troppo, siccome è un bel salto per noi gli abbiamo detto di aspettare, poi come sempre accade in questi casi lo ha preso qualcun altro. È un buon giocatore e gli auguro tutto il bene, la nostra storia è durata sei anni che non sono pochi, è stata una bella storia, abbiamo vinto e perso assieme, adesso è tempo di nuova squadra per lui e nuovo palleggiatore per noi». Si torna a parlare delle decisioni prese dalla Fipav che hanno posto la parola fine alla massima categoria nazionale. In numero uno dei block-devils amareggiato ha fornito la sua ricetta. «Io avrei aspettato la fine di aprile per vedere a che punto era la diffusione del Covid-19 e la curva dell’epidemia, i giocatori sono rimasti a casa un mese, e starci due settimane in più non erano un dramma per nessuno. Visto che in Cina ora la gente va tutta in giro con le mascherine, penso che anche noi avremmo potuto organizzare un play-off a giugno. Avrei fatto passare altro tempo per maturare la decisione, a quel punto si sarebbe deciso, si poteva attendere un eventuale e probabile miglioramento e invece i campionati sono stati sospesi in piena emergenza sanitaria, purtroppo c’è gente che si è fatta prendere dalla paura troppo presto. Arrendersi ora non è stato intelligente, basta guardare la Cina dove la bufera è passata e dopo tre mesi stanno riaprendo tutto, la stessa cosa sarebbe successa qui. Il presidente della Fipav ci ha lasciato attoniti, non ce lo aspettavamo. Bisognava aspettare, questo è un atteggiamento irriverente nei confronti di quei club che finanziano la pallavolo. La Lega con la loro attività fa girare la pallavolo in Italia, altrimenti sarebbe uno sport poverissimo, come le discipline minori dove gli atleti per campare devono far parte delle forze armate, e per giunta non hanno visibilità. La pallavolo ha avuto una gestione poco sensibile ed attenta in questo caso, le decisioni si possono prendere ma almeno sentendo le pari in causa». Una ultima considerazione viene dedicata alla champions league, unica competizione che rimane in sospeso. «Restiamo in attesa, la Cev ancora non ha detto nulla perché aspettava di vedere come si evolveva la situazione almeno sino a Pasqua, non si è pronunciata, certo che se tutti sospendono i campionati (Russia, Polonia, Italia), anche la confederazione continentale si trova davanti una strada obbligata».

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