Riccardo Provvedi: «Risposte dinamiche da scuola e sport»

Pianeta Volley
By Pianeta Volley Aprile 18, 2020 12:00 Updated

Riccardo Provvedi: «Risposte dinamiche da scuola e sport»

Provvedi Riccardo

Riccardo Provvedi

Una delle figure di cui sentono più la mancanza i ragazzi durante l’emergenza sanitaria è quella dell’educatore. Oltre alla famiglia, le figure di riferimento per i piccoli e gli adolescenti, sono l’insegnante di scuola e l’allenatore della squadra. Due figure che qualche volta coincidono come nel caso di Riccardo Provvedi, insegnante di educazione fisica al mattino e direttore tecnico alla School Volley Perugia al pomeriggio, che racconta come sta vivendo e gestendo la situazione: «Insegno all’istituto superiore Polo-Bonghi di Santa Maria degli Angeli e devo dire che la nostra scuola ha reagito in maniera molto dinamica all’emergenza: il preside, prof. Menichini, ha subito dato disposizioni tese a mantenere il ruolo di guida della scuola, stimolando ed organizzando proposte didattiche con l’obiettivo di far sentire la vicinanza affettiva e relazionale con gli studenti da parte di tutte le componenti scolastiche. Siamo rimasti sempre in contatto con gli studenti e siamo partiti con lezioni virtuali sistematiche già dal 18 marzo (le scuole sono state chiuse per decreto dal 5 marzo). La scuola ha fornito computer e tablet a tutti gli allievi sprovvisti, in modo da poter seguire tutti con la didattica a distanza. La priorità è stata quella di garantire la presenza della scuola al loro fianco in un momento fortemente destabilizzante per tutti. Il periodo è molto complesso, gli adolescenti hanno meno strumenti esperienziali per gestire questo nuovo contesto, la didattica a distanza però sta riscontrando ottime risposte, c’è impegno, partecipazione e mi sembra che si sia passati ad un apprendimento più attivo, c’è voglia di stare insieme e di confrontarsi. I ragazzi hanno energie, entusiasmo, ma tenerli in casa senza socialità va contro natura. Di fronte ai cambiamenti però bisogna prendere atto e sapersi adattare velocemente, i ragazzi lo stanno facendo bene, sono pieni di risorse». Sembrerebbe complicato insegnare a distanza la ginnastica, una materia che ha bisogno della pratica, ma i mezzi tecnologici permettono di farlo. «Personalmente propongo lezioni pratiche attraverso piattaforme, dove condivido dei tutorial e svolgiamo insieme lezioni in videoconferenza. È un modo per stare in contatto, confrontarsi e mantenersi attivi, in un momento in cui si hanno giornate forzatamente sedentarie. Le verifiche sono costituite da riflessioni personali su quanto svolgiamo insieme. Credo che per i ragazzi sia importante svegliarsi presto, le lezioni aiutano in questo senso». Sulla stessa falsa riga l’organizzazione del lavoro per quanto riguarda il club di pallavolo         , benché alcuni aspetti specifici della disciplina non possono proprio essere trattati. «Dopo un primo momento di contraccolpo in cui come tutti abbiamo cercato di capire la situazione, ci siamo adattati. La nostra dirigenza con il presidente Mandò ci ha dato l’input di proseguire per quanto possibile l’attività con i gruppi, restando al fianco dei ragazzi, cercando di motivarli, coinvolgerli e facendo sentire la nostra vicinanza. In una prima fase abbiamo lavorato in due direzioni, condividendo esercitazioni fisiche preparate dal nostro preparatore atletico Raffaele Parretta e proposto esercitazioni tecniche da svolgere in casa. Visto che lo stop si è prolungato, abbiamo attivato in questi giorni in maniera sistematica con i vari gruppi, degli appuntamenti settimanali in conference-call che possano rappresentare un momento di ritrovo, per svolgere allenamento in sincro tutti insieme. La priorità è soprattutto salvaguardare la sfera sociale ed affettiva dei ragazzi, cercando di essere presenti quanto più possibile e non lasciarli soli. L’obiettivo tecnico è ovviamente secondario, in ogni caso uno stimolo fisico sistematico aiuta a mantenersi in forma». In conclusione l’esperto allenatore esprime un pensiero su come potrebbe evolversi la situazione. «È molto difficile fare una previsione, a livello nazionale si sono moltiplicate le iniziative di confronto, con webinar tecnici e organizzativi. Personalmente ne sto seguendo molti quotidianamente, per capire le direzioni da prendere. Intanto la scuola non esclude di ripartire a settembre con turnazioni di presenze mattutine e pomeridiane, alternate a lezioni a distanza. Chiaramente un quadro di questo genere porterebbe notevoli cambiamenti anche nell’attività sportiva di base. In generale se la situazione non migliorerà, il problema sarà mantenere le distanze sociali, negli sport individuali o in quelli che si svolgono all’aperto tipo tennis o golf, il compito è sicuramente più agevole. Per la pallavolo di vertice, quanto sta studiando il calcio potrebbe rappresentare un modello da seguire, una ripartenza con protocolli molto rigidi, fatti di tamponi sistematici, allenamenti a gruppi ridotti, partite solo per chi risulti negativo al contagio e gare senza pubblico».

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