Sara Chiavarini: «Serve il sorriso sotto la mascherina»

Pianeta Volley
By Pianeta Volley Aprile 6, 2020 10:00 Updated

Sara Chiavarini: «Serve il sorriso sotto la mascherina»

Chiavarini Sara

Sara Chiavarini

In giorni come quelli che stiamo vivendo tutte le persone che hanno interrotto la loro abitudinale attività lavorativa guardano all’evolversi degli eventi, plaudendo i sanitari e le forze dell’ordine, in molti ragionano sul proprio futuro, qualcuno invece pensa al presente e si chiede come può rendersi utile. Nell’esercito di volontari che ogni giorno si alza e prova ad aiutare il prossimo ci sono quelli della protezione civile, una di loro è Sara Chiavarini che è allenatrice alla School Volley Perugia e, all’occorrenza, pronta alla chiamata: «Sono volontaria di protezione civile dal 2006 e faccio parte del gruppo comunale ‘Perusia’ del capoluogo regionale, che considero come una famiglia. Sono una delle migliaia di volontari che, nel mio piccolo, in questi giorni di emergenza sanitaria si adopera, come in tutte le situazioni di emergenza con passione ed abnegazione. Di tempo libero, purtroppo, ne ho molto ultimamente, con il lavoro e gli allenamenti fermi ho riorganizzato le mie giornate, smart-working la mattina, allenamenti in streaming con i miei gruppi (under 12, under 14 ed under 16) nel pomeriggio. Quando mi chiamano però indosso la divisa e vado, in emergenza siamo reperibili in qualsiasi orario, dalla mattina alla sera. Come gruppo operiamo sia in ambito comunale che regionale, siamo di supporto alle forze dell’ordine nel monitoraggio del territorio, ci occupiamo di rifornire di dispositivi di protezione individuale le strutture sanitarie, ma soprattutto veniamo incontro alle richieste di cittadini che non hanno la possibilità di uscire perché anziani, malati o in quarantena. Le richieste vanno dalla consegna del farmaco, consegna della spesa, negli ultimi giorni ci stiamo occupando della consegna di supporti tecnologici alle famiglie per poter permettere ai propri figli di seguire le lezioni da casa. Oltre alla divisa adesso a nostra disposizione abbiamo mascherine e guanti che ci vengono forniti dal dipartimento di protezione civile regionale che ha sede a Foligno. I presidi sanitari partono da qui e poi vengono distribuiti in base alle richieste agli ospedali, alle farmacie, alle aziende, alle case di riposo, non vengono al momento consegnati ai singoli cittadini direttamente. Quella che stiamo vivendo è un’emergenza diversa dalle altre, da quelle a cui siamo abituati (terremoti, alluvioni, ecc..), perché il compito primario del volontario di protezione civile è quello di dare un supporto morale alle persone in difficoltà, il gesto più comune è il prendere la mano di chi ha paura, abbracciarlo e stargli accanto ed ascoltarlo, tutti gesti che questa volta ci sono negati. Ora servono le parole, serve far capire alle persone sole e bisognose che possono contare sul nostro aiuto e che non devono uscire, ma che possono chiamarci tutte le volte che hanno bisogno di qualcosa. E poi serve sempre il sorriso che deve poter essere visibile anche indossando la mascherina. Di questa emergenza ci ricorderemo gli sguardi, i sorrisi ed i grazie degli anziani che non sono scontati anzi sono sinceri e riempiono il cuore. Sentire la parola grazie o vedere una persona sorridere ha un valore inestimabile, pur non avendo fatto niente di speciale. Spero di essere un esempio per i miei atleti e spero che possano un giorno diventare volontari anche loro perché credo che faccia bene a sé stessi e non solo agli altri, ti fa sentire utile, motivato e ti aiuta a capire chi sei, cosa vuoi e di cosa sei capace. Mercoledì scorso ad esempio con tre miei colleghi siamo andati a sistemare e sanificare due appartamenti di proprietà comunale che verranno messi a disposizione delle donne maltrattate in casa dai propri compagni o mariti».

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