Valentina Cardone: «Parola d’ordine rassicurare»

Pianeta Volley
By Pianeta Volley Aprile 15, 2020 10:00 Updated

Valentina Cardone: «Parola d’ordine rassicurare»

Cardone Valentina

Valentina Cardone

Nell’esercito di medici che oggi costituiscono il fronte per contrastare la pandemia non tutti hanno una lunga esperienza lavorativa, e non tutti sono esperti di malattie infettive, né epidemiologi o virologi. Ma sono persone che hanno scelto la professione sanitaria e hanno fatto il giuramento di Ippocrate, perciò sono là a cercare di fare dl loro meglio. Questo accade anche a Valentina Cardone, giocatrice di pallavolo alla Iacact Perugia che è stata impegnata con il campionato misto csi: «Attualmente sto seguendo il corso di formazione in medicina generale e per la mia specializzazione mi trovo a operare sul territorio, sia negli ambulatori dei medici di famiglia che nel servizio di continuità assistenziale (ex guardia medica) nell’area del Perugino. Sicuramente la situazione nel pieno dell’emergenza Coronavirus è nettamente diversa rispetto a tempi di ‘pace’. La modalità di consulto che ora prevale, vista anche la carenza dei dispositivi di protezione individuale, è sicuramente quella telefonica, che, se da una parte ovviamente ci consente di ridurre la diffusione del virus evitando gli spostamenti dei pazienti, dall’altra richiede un notevole sforzo da parte del medico che si trova spesso a doversi orientare su un’ipotesi diagnostica basandosi solo sull’anamnesi e sui sintomi del paziente, mettendo comunque in atto uno stretto monitoraggio dello stesso e ovviamente programmando la visita ambulatoriale o domiciliare e consigliando accertamenti qualora la situazione non sia chiara. Diciamo che il compito della medicina del territorio è quello di fare da filtro tra l’ospedale e le persone a casa, che, oltre all’aspetto puramente patologico, sono anche spaventate per la situazione che stiamo vivendo e talvolta ci contattano anche solo per un consiglio o una rassicurazione. Sicuramente un aspetto su cui mi sono trovata a riflettere e a confrontarmi con i colleghi in questi giorni di quarantena è il fatto che in piena emergenza sanitaria, sembrano essere sparite altre patologie che prima erano all’ordine del giorno. Questo probabilmente da una parte dipende dall’abuso che in tempi normali si fa di servizi come guardia medica o pronto soccorso per casi non gravi e differibili, dall’altra dal fatto che c’è reticenza a rivolgersi al medico o a strutture sanitarie per paura di un eventuale contagio. Nonostante ora gli occhi siano tutti puntati sul Covid-19, è importante non sottovalutare alcuna sintomatologia, che possa o meno essere legata al virus, mantenendo comunque sempre la calma e rivolgendosi ai sanitari secondo le indicazioni fornite. Finalmente dall’inizio di questa quarantena l’andamento dei dati in Italia e specialmente in Umbria sembrerebbe essere incoraggiante, ma come ci insegna il nostro amato sport, la partita si vince solo quando l’ultimo pallone è caduto a terra. È proprio questo quindi il momento di non mollare, continuando a fare ciascuno la propria parte per poter vincere questa difficile sfida».

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