Pallavolo: la ripartenza sarà difficile

Pianeta Volley
By Pianeta Volley Agosto 4, 2020 08:00 Updated

Pallavolo: la ripartenza sarà difficile

palla

una palla di volley

Dubbi ed anche tanti sulla ripartenza non solo della pallavolo, ma dello sport in generale si addensano all’orizzonte. Eppure di segnali ce ne sono stati tanti, ma solo ora la Fipav sembra prenderne coscienza. Tutto è nato dalla speranza malcelata che il virus Sars-Cov2 sparisse per incanto e lo stato di emergenza dichiarato ad inizio marzo avesse fine. Così non è stato, si registrano negli ultimi mesi nuovi contagi nell’ordine di qualche centinaio al giorno, dati non preoccupanti in assoluto sia rispetto ai dati europei che alla capacità ormai acquisita dal sistema sanitario nazionale di gestire correttamente i focolai. Ma esistono e poiché l’unica soluzione del problema è un vaccino che pur in fase avanzata di sperimentazione richiede ancora diversi mesi, forse un anno secondo alcuni esperti, per la sua produzione in serie ecco che lo stato di emergenza non può cessare. E allora? Sport come il calcio e la pallacanestro hanno discusso con il Comitato Tecnico Scientifico e sono approdati a linee guida per allenamento e gara. Recentemente il presidente Petrucci in una intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport ha parlato di oneri aggiuntivi per circa 10’000 euro al mese per ogni società di serie A. Sicuramente troppo e certamente un onere non accettabile da una miriade di associazioni sportive. Entrambi gli sport hanno chiesto un ammorbidimento dei parametri per contenere le spese, ma il Cts ha finora negato la revisione dei protocolli. Anche la pallavolo dovrà seguire lo stesso iter e dispiace che se ne siano accorti solo nel comunicato stampa del 1° agosto. Il protocollo gara è solo uno degli aspetti che inibisce la ripartenza del mondo delle schiacciate, da diverse settimane tiene banco la questione del credito d’imposta. Agevolare le imprese che hanno intenzione d’investire nello sport è iniziativa lodevole, la querelle sembra volgere ormai al termine, i bene informati parlano di un Consiglio dei Ministri in programma il prossimo 6 agosto che dovrebbe dare il via libera. Non c’è, invece, alcuna determinazione sulla riapertura al pubblico dei palazzetti. La problematica è legata non solo al numero di spettatori, ma anche al controllo del loro afflusso e deflusso dalla struttura. Distanziamento e mascherine sono ancora strumenti efficaci per combattere il contagio e pertanto prescritti per legge, si dovrebbe quantomeno potenziare il sistema di steward con un altro onere per le società. A tutto questo si aggiunge un ulteriore aspetto sottolineato più volte dal presidente Bruno Cattaneo. Sulla testa dei rappresentanti legali, sempre di quella miriade di associazioni, pende come spada di Damocle l’inserimento del Covid-19 nel novero delle malattie da lavoro con tutto ciò che ne consegue. A Perugia si direbbe “gli atti n’en belli”, e per farli digerire a tutti occorrerà ancora tempo.
Angelo Pagano

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