Rosamaria Montibeller: «A Perugia sono a mio agio»

Montibeller Rosamaria (grinta)
Rosamaria Montibeller (foto Maurizio Lollini)

Si avvicina a grandi passi la dodicesima giornata del campionato di serie A1 femminile per la Bartoccini Fortinfissi Perugia che ha estrema necessità di incamerare punti per abbandonare l’ultima piazza della classifica. Sarà un turno difficile quello di domenica prossima perché le magliette nere se la dovranno vedere con una Monza che era partita con notevoli aspettative e che dopo un iniziale periodo di difficoltà sembra aver ingranato le marce giuste. Sarà senza dubbio una partita da giocare al massimo per cercare di sfruttare ogni piccolo vantaggio a proprio favore. Due essenzialmente i punti a favore delle umbre, giocare tra le proprie mura a Pian di massiano e aver avuto più tempo per preparare il duello. Le brianzole infatti martedì sera hanno giocato la gara di andata dei sedicesimi di finale di Cev Cup in Ucraina e dunque inizieranno a studiare le rivali solo al loro rientro, inoltre potrebbero avere qualche tossina in più da smaltire. Un’altra occasione da sfruttare nel caso le ospiti presentino una condizione non ottimale. Di certo sarà determinante l’apporto dell’opposta brasiliana Rosamaria Montibeller che dice: «Mi sto trovando meglio di quanto potessi immaginare a Perugia, essendo la prima volta all’estero i dubbi erano tanti, ci sono molte cose diverse ma mi sento comunque a casa, sia con la società che con glii sportivi che incontro qualche volta per la città, tutti sono molto appassionati e questo mi piace molto, temevo che avrei sofferto molto di più la lontananza invece mi sento veramente a mio agio». L’atleta (classe 1994) alla sua prima stagione in Italia si è da subito dimostrata all’altezza della sua fama. Il suo ambientamento è stato favorito anche dalle sue origini che sono italiane. «Forse non tutti sanno che la mia città d’origine si chiama Nuova Trento dove siamo tutti per metà italiani, la mia bisnonna materna nacque in Italia, questa cultura fa parte di me, da piccola mi è anche capitato di recitare in italiano, ovviamente viverci però è differente e mi sta piacendo moltissimo. Uno dei riti che ho prima di entrare in campo è quello di darmi dei colpi sulle varie parti del corpo, una sorta di risveglio muscolare che mi aiuta anche a dal punto di vista della concentrazione». Con ben 225 punti realizzati in undici partite il martello sudamericano occupa la seconda posizione nella classifica delle migliori realizzatrici del campionato, perciò è la sorvegliata speciale da tutte le avversarie. Il suo approccio alle sfide ha un che di pragmatico e filosofico. «Trovo che lo sport abbia in comune con la vita lo stare in gruppo, nella pallavolo per ottenere risultati bisogna lavorare insieme e questo ce lo ritroviamo anche nella vita di tutti i giorni, bisogna dare il massimo ma guardando sempre chi c’è al tuo fianco. Bisogna poi essere sempre pronti a tutte le situazioni, come quando si è in campo non sai mai in anticipo cosa succederà, questo ti rende anche a livello mentale pronta a reagire alle situazioni inaspettate della vita. Dal punto di vista sportivo se non fai un punto per la tua squadra lo fa l’avversario, questa è una cosa che anche a livello mentale mi appassiona e stimola molto».