
La pandemia si sta lentamente dissolvendo ma c’è un’altra grana da risolvere per la School Volley Perugia, stavolta a fermare gli allenamenti è colpa della burocrazia. Nel capoluogo regionale umbro sono molte le palestre dove svolgono attività motoria le scuole al mattino e dove giocano le società sportive al pomeriggio. Ci sono apposite convenzioni per la gestione delle stesse, ma nella struttura dell’Istituto d’Arte Bernardino Di Betto situata in via Canali (zona stazione) i gruppi sportivi non possono entrare. Il presidente Dario Mandò dice: «Utilizziamo oramai dal 2013 questa palestra. La Provincia ci ha rinnovato la disponibilità alla concessione ma il dirigente scolastico della Di Betto non vuole rilasciare il nullaosta. La scuola utilizza la palestra al mattino, la sensazione è che si abbia paura dei contagi, ma non riusciamo a capire esattamente la motivazione». Alla richiesta del club ha sinteticamente risposto per conto della scuola la prof.ssa Rossella Magherini tramite mail: “Non possiamo fare delibere in tal senso, né elaborare nulla osta, in quanto siamo in attesa della nomina del commissario straordinario”. In mezzo c’è la Provincia che dice di star facendo tutto il possibile per portare avanti la trattativa, e di aspettare che la scuola si pronunci in merito alla sicurezza e alla sanificazione, ma intanto i tempi si stanno dilungando. Il blocco segue quello del palazzetto di San Marco che era stato requisito ad inizio agosto senza preavviso alla stessa School Volley. Il centro vaccinale in questo periodo non è più preso d’assalto (circa 500 vaccinazioni al giorno). L’ordinanza comunale che requisiva l’impianto per fini sanitari scade a fine ottobre ma potrebbe benissimo essere restituita subito al suo originale scopo, consentendo così a tanti giovani di praticare una sana attività sportiva. La vicenda pare essere un classico caso all’italiana dove c’è un rimpallo di responsabilità e non si riesce a capire chi possa sbrogliare la matassa. Non essendoci orari definitivi per i gruppi della School Volley, le famiglie cominciano a prendere altre decisioni, ritorcendosi contro al club che vede calare le iscrizioni. Oltre a ciò, il lavoro si è moltiplicato poiché il tempo da dedicare a risolvere le questioni problematiche è maggiore.