Oleh Plotnytskyi: «Spero che non giochino i russi»

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Oleh Plotnytskyi

Lo sport non è insensibile agli eventi internazionali e il club della Sir Sicoma Monini Perugia lo è ancor meno, visto che in champions league avrebbe dovuto giocare la gara di andata dei quarti di finale a San Pietroburgo. Il condizionale è d’obbligo visto che il divieto di sorvolare sui cieli russi da parte delle compagnie europee impedisce di affrontare la trasferta. La confederazione europea, inoltre, sta già pensando di offrire una alternativa ai club interessati per giocare in campo neutro. In attesa di notizie più precise il presidente Gino Sirci ha detto: «La soluzione più giusta sarebbe meglio non giocare, le squadre russe potrebbero gettare discredito a questo torneo. Tuttavia, per far recuperare la situazione dei decisionisti russi e farli magari rinsavire, direi che è meglio giocare, ma in campo neutro. Ci avevano offerto in prima battuta di giocare a Minsk, offerta alla quale nemmeno abbiamo risposto. Ora si pensa alla sede di Istanbul in Turchia, ipotesi che spero possa essere praticabile perché noi vogliamo andare avanti in questa competizione per salvare il salvabile. La situazione è vissuta in maniera sentita dalla squadra, tutti i ragazzi sono in apprensione, specialmente chi ha parenti nei paesi a ridosso delle zone di guerra». Il più toccato dagli eventi è ovviamente il giocatore ucraino Oleh Plotnytskyi: «Mi sento demoralizzato, tutta la mia famiglia è in Ucraina. Il giorno che mi ha svegliato alle ore 8,30 una telefonata di mia moglie, la quale mi diceva che la guerra era cominciata, non potevo crederci. Io spero che i russi non giochino perché devono pagare per quello che stanno facendo e che hanno fatto».