
In ritardo di due partite nella serie di finale scudetto si cerca prima di tutto l’orgoglio. Dentro o fuori. Per la Sir Safety Conad Perugia la prossima è una partita senza alternative: o la vince, e allora rimette in moto il volano delle speranze, o la perde e, in tal caso, appone i sigilli a una stagione che era partita con tante ambizioni ma si è rivelata piuttosto magra. La squadra bianconera è arrivata a un punto di non ritorno. In svantaggio di due match a zero nell’epilogo dei play-off scudetto, è costretta a vincere tre gare consecutive contro un avversario che, da ottobre ad oggi, l’ha battuta due volte su quattro. I block-devils sono ad un passo da un risultato che, soltanto due mesi fa, alla luce degli splendidi risultati conseguiti tra febbraio e marzo e della fiducia che veniva ostentata dalla squadra, apparteneva al libro degli incubi. È chiaro che il compito si prospetta difficilissimo, Civitanova Marche parte con un doppio vantaggio, pratico e psicologico: quello di poter sopportare le conseguenze di un eventuale passo falso senza pregiudicare le possibilità di cucire il tricolore sul petto, perché avrebbero comunque a disposizione una quarta partita (mercoledì in casa) e un’eventuale quinta a Perugia. Al contrario, gli umbri sono arrivati all’ultima spiaggia: o vincono domenica, oppure tirano giù il sipario su una stagione che li ha comunque visti mettere in bacheca la coppa Italia. Questa sorta di aut-aut rischia di essere un’arma a doppio per la squadra allenata da Nikola Grbic, da un lato potrebbe rappresentare lo stimolo per tirare fuori tutte le risorse di cui dispongono; dall’altro rischia di diventare un ulteriore peso sul piano nervoso, perché non può assolutamente sbagliare. Una situazione delicata, insomma. È chiaro, a questo punto, che la chiave della serata è nelle mani dei cucinieri. Due partite, vinte in modo diametralmente opposto (col cuore e con sofferenza la prima, di slancio e autorevolezza la seconda), stanno a dimostrare che, in questa fase, la squadra marchigiana è superiore sia sul piano del gioco sia sotto il profilo del carattere. Se non sbaglia partita, insomma, è in grado di chiudere la pratica subito. Per evitare di soccombere in partenza sul piano psicologico di fronte a un ostacolo così complicato, la Sir dovrà predisporsi ad affrontare la rivale senza pensare alle tre-vittorie-tre necessarie per non morire, bensì focalizzando l’attenzione su un impegno alla volta. Per chiarire meglio, Perugia dovrà impostare gara-tre come se fosse la partita della vita, l’ultima della stagione, da vincere a ogni costo. Dopodiché, se le cose saranno andate bene, dovrà ripetere la stessa operazione mercoledì in trasferta e, successivamente, domenica 15 maggio allo spareggio. Un impegno per volta. È l’unico modo per non farsi terrorizzare da una prospettiva che appare spaventosa. Sotto l’aspetto tecnico e tattico, la partita dovrà essere preparata meglio di quanto non sia stato fatto in precedenza. La correlazione muro-difesa, che ultimamente è risultata deficitaria, dovrà impedire ai martelli avversari di fare tutto quello che vogliono. Per quanto concerne la condizione fisica, a questo punto della stagione si tratta di gettare in campo le energie che rimangono. È obbligatorio per la reputazione degli stessi giocatori. È necessario per onorare una finale di campionato. È doveroso verso la società sportiva che ha investito tanto. È indispensabile per rispetto dei tifosi che hanno fatto sacrifici immensi. Come detto all’inizio, questa è la partita della vita: bisogna gettare il cuore al di là della rete e, se serve, anche il cappello.