La famiglia Fiscella ringrazia gli amici di Franco

Fiscella Franco (collage)
un collage della vita sportiva di Franco Fiscella

Sono stati in tanti a portare il saluto a Franco Fiscella. Alle esequie c’erano praticamente tutti, gli amici storici di Sant’Erminio, i compagni di squadra che avevano giocato con lui, i colleghi della Regione Umbria dove aveva lavorato una vita come autista, ma anche la gente che lo aveva conosciuto ed aveva apprezzato le sue qualità umane. Centinaia di persone per le quali la commozione è ancora oggi grande, perché perdere uno come lui è un trauma davvero difficile da superare. Il fratello Michele, la sua famiglia, vedendo questa sentita e massiccia partecipazione, ma non conoscendo tutti coloro che erano gli amici, ha voluto pubblicamente esprimere riconoscenza a chi è stato presente in questo momento triste: «Dispiace che la chiesa parrocchiale fosse chiusa per lavori, la cappella nella quale è stato celebrato il funerale era piccola, ma Franco era nato e cresciuto a Monteluce ed era giusto che la funzione si svolgesse nel quartiere. Mi sono reso conto che non conosco molte delle persone che hanno voluto salutarlo per l’ultima volta, perciò, voglio ringraziare tutti per aver fatto sentire la propria vicinanza». Si può stare certi che a Franco avrebbe fatto piacere vedere che nella sua vita ha seminato bene, ma siccome non voleva essere di peso a nessuno, e non chiedeva mai una mano, nemmeno nel caso del più profondo bisogno, è altrettanto certo che non avrebbe voluto arrecare tanto disturbo.

Nonostante i ventuno anni di malattia e le molteplici sofferenze patite, il ricordo che si ha di lui resta legato alla sua allegria, alle storie divertenti che gli piaceva raccontare, alla voglia di stare in compagnia, ma, soprattutto, al piacere di raccontare barzellette per far ridere la gente, tra le tante negli ultimi tempi gli piaceva raccontare ce n’è una che vogliamo scrivere:
Gigi è appassionato di motociclette e vuole comprare una Harley-Davidson. Spulcia diversi annunci online e finalmente ne trova uno interessante; si reca dal venditore per vedere la moto di persona, che trova in condizioni perfette: il motore è a posto; le cromature sono così brillanti che la Harley sembra proprio nuova.
“Ho un segreto!” – Spiega il vecchio proprietario – “è sufficiente ungere con della vaselina le parti cromate quando piove: la moto resterà così perfetta!”
Gigi decide di comprare la moto. Tutto contento e felice se ne torna a casa.
La sera stessa ha appuntamento con la sua fidanzata per cena: si tratta della prima cena con lei e con i suoi genitori a casa loro. Gigi decide di usare subito la sua nuova Harley-Davidson. Arrivato a casa della ragazza lei lo accoglie sulla porta e gli dice: “Non stupirti se a tavola nessuno parlerà. Nella mia famiglia è usanza che il primo che parla lavi poi i piatti.”
Gigi entra e vede pile di piatti sporchi dappertutto: in cucina, in salotto, in bagno…
Si siede a tavola dove oltre alla sua fidanzata ci sono i genitori e la zia. La cena comincia e nessuno parla. Arrivati al secondo, Gigi adocchia la sua ragazza e pensa: “Che strani, ora però voglio proprio vedere se non dicono niente…”
Prende energicamente la ragazza, la spoglia, la corica sul tavolo e comincia a fare l’amore con lei.
Nessuno dice niente. Gigi è esterrefatto.
Adocchia allora la giovane zia e pensa: “Voglio proprio vedere se nessuno dirà niente…”
Prende energicamente la zia, la spoglia, la sdraia sul tavolo e continua l’amplesso con lei.
Nessuno apre bocca. Gigi è sempre più basito.
Dà un’occhiata alla madre, matura ma ancora attraente. La prende, la stende sul tavolo, e anche lei diventa oggetto del suo desiderio.
Nessuno proferisce parola.
Mentre prendono il caffè, in un silenzio sempre più imbarazzante, Gigi sente un tuono, guarda fuori dalla finestra e vede che piove. Ricordandosi della sua nuova moto, tira fuori il tubetto di vaselina.
In quel momento il padre della ragazza, che vede il tubetto in mano a Gigi, non si trattiene: “Va bene! Basta!! Lavo io i piatti!”

La costanza della malattia, presente per così tanto tempo, e che si rivelava ogni volta in maniera diversa, lo aveva però segnato in maniera indelebile. In lui aveva preso possesso una vena di sconforto che si evidenziava con battute sempre più frequenti. Tra i tanti aneddoti se ne possono ricordare alcuni: una volta ad una sagra paesana c’era un mercatino con la pesca di beneficenza. Gli piaceva raccontare divertito della sua incommensurabile jella, lui che ormai era calvo vinceva sempre articoli legati ai capelli (pettine, phone, shampoo…), per dimostrarlo prese un biglietto e vinse una molletta per capelli. La sua vena umoristica non lo aveva abbandonato nemmeno nei momenti difficili, tanto che era solito raccontare che se si fosse messo a produrre cappelli la gente sarebbe nata senza testa.

Vale la pena ricordare, inoltre, che lo ‘Zio Franco’ era stato tra gli organizzatori (insieme a Bellachioma, Madau Diaz e Mazzucato) del primo torneo denominato Lake Volley che fu organizzato al lago Trasimeno, sulla spiaggia Albaia, nel mese di luglio del lontano 1987. Un innovativo tre contro tre sulla sabbia che fu probabilmente il primo evento del genere in Umbria, sulla scia del successo che cominciava a riscuotere il beach volley. Questo per dire quanto passione avesse per la pallavolo.

In conclusione, tra i tanti ricordi che si hanno di lui, non può mancare il suo celebre motto di congedo:
«Me ne vado e vi saluto, con la tromba e con l’imbuto».