
I rapporti con gli allenatori non durano tanto con il presidente Sirci e dopo una stagione ha preso una decisione diversa la Sir Safety Susa Perugia. Si sono separate le strade con il tecnico Andrea Anastasi che in una intervista rilasciata ai media polacchi ha detto: «Penso che la nostra squadra abbia giocato molto bene sino alla semifinale di coppa Italia, dove abbiamo perso contro Piacenza, da quel momento abbiamo iniziato a giocare diversamente. Poi nei quarti di finale dei play-off scudetto eravamo in vantaggio con Milano due a uno, ma in quel periodo giocavamo anche le semifinali di champions league, il che significava viaggiare tanto. Abbiamo fatto molta strada per Kedzierzyn-Kozle, e poi abbiamo viaggiato tra Milano e Perugia, il che ha significato non avere tempo per allenarsi. Per questo, nel momento più importante della stagione, abbiamo perso quattro partite in dodici giorni. Archiviata la semifinale continentale, è iniziato un periodo molto complicato. Già allora sapevo che la mia collaborazione con Perugia sarebbe finita, ma ho un giudizio positivo sulla mia squadra ed è un giudizio oggettivo perché abbiamo vinto l’85% delle partite giocate in questa stagione, 51 in totale. Sono deluso dalla fine di questa stagione perché dovevamo giocare o la finale di champions league o il campionato italiano. Volevo essere con i ragazzi in una di quelle finali perché dopo quello che abbiamo fatto meritavamo di passare il turno. L’ultimo mese è stato davvero difficile per me. Quando ho detto che non avrei più allenato Perugia, in tanti avevano le lacrime agli occhi. I giocatori sono venuti da me e mi hanno chiesto perché. Nell’ultima stagione abbiamo vinto la supercoppa italiana, il mondiale per club, battuto il record di partite vinte di fila nella fase regolare del campionato. Personalmente, penso che questa stagione sia stata importante per noi, soprattutto per me, perché era la mia prima stagione in Italia dopo una lunga assenza e non sapevo tutto quello che ho imparato in questo anno. Tutti dicevano che eravamo i più forti, ma non era vero. Ma è quello che si dice sempre di una squadra con Wilfredo Leon. Anche alle Olimpiadi di Tokyo la nazionale polacca lo aveva in rosa e avrebbe dovuto vincere la medaglia d’oro, ma non è successo. Io sono sempre positivo, anche alle critiche del presidente Gino Sirci che ha dichiarato che la squadra è stata scandalosa, e la gestione totalmente inadeguata. Io non credo, semplicemente i giocatori non hanno trovato la giusta motivazione per lottare per il quinto posto. Volevamo chiudere la stagione nel migliore dei modi e per questo mi dispiace molto che ci siamo trovati in crisi nell’ultima partita che avremmo potuto vincere. Il presidente reagisce sempre emotivamente e secondo me a volte parla troppo. Dopo ogni partita, vinta o persa, cerco sempre di stare attento con le mie parole. La sconfitta nella semifinale di coppa Italia penso sia dovuta a problemi mentali perché fisicamente eravamo a posto. Confronto ancora la squadra di Perugia con la nazionale polacca alle Olimpiadi che gioca sempre alla grande e quando si è trattato dei quarti di finale è stata sotto pressione ed ha finito per essere eliminata. Questo è successo sia durante il mio mandato, sia con Stephane Antiga e sia con Vital Heynen. Quando abbiamo perso i quarti di finale contro la Russia nel 2012, ho pensato che avrei potuto fare di più per evitare la pressione. Ho l’impressione che anche Perugia abbia ceduto alla pressione del momento, perché la squadra è la più forte e si spendono tanti soldi. Credo che durante la stagione siano aumentate le aspettative perché avevamo vinto tutto, ma lo sport ha dimostrato ancora una volta che non c’è nulla di certo. La Francia alle Olimpiadi di Tokyo ha vinto ma ha giocato senza pressioni in quel momento. Parlando dei singoli Leòn ha ricevuto troppe critiche in questa stagione. Lo rendeva irrequieto e mi dispiace molto perché è un bravo ragazzo. Si sentiva sulle spalle il peso di queste critiche e aspettative, ma io credo in lui. In questa appena conclusa non ha avuto un rendimento straordinario, ma il prossimo anno sarà diverso. Per Semeniuk è stato il primo anno in Italia e penso che tutti dovrebbero essere soddisfatti della sua prestazione, anche se non è stata perfetta e lo sappiamo sia lui che noi. Molte polemiche sono state causate dalla decisione di non schierare titolare Leòn alla bella di spareggio con Milano, è stata una scelta tecnica. Semeniuk e Plotnitskyi durante la stagione hanno assicurato stabilità alla ricezione. Milano, come altre squadre, cercava Leòn con la battuta. Ho apportato modifiche alla squadra per tutta la stagione, sono uno di quegli allenatori a cui non interessano nomi o curriculum. Se Leòn avesse giocato al suo livello normale nella partita per il quinto posto alla fine della stagione, l’avremmo vinta, ma non è stato così. Non sono stato licenziato perché avevo un contratto di un anno e forse potevo firmarne uno nuovo per una seconda stagione. Tuttavia, non ero contento di non aver avuto alcuna influenza sulla formazione dell’organico, e sarei stato davvero felice se l’avessi avuta. Ho parlato con Sirci due mesi fa e ci siamo messi d’accordo, ma nel frattempo sono successe tante cose. Mi sono chiesto perché avrei dovuto restare in un club che non si fida di me nemmeno in termini di team building. Mi sarebbe piaciuto avere un’altra opportunità perché credo che l’esperienza maturata nella scorsa stagione aiuterebbe la squadra nelle prossime competizioni. Inoltre, mi sono trovato benissimo in questa città e in compagnia delle persone vicine al club. Il problema però a Perugia è che l’allenatore è trattato alla pari dei giocatori e non è coinvolto nella costruzione della squadra. La dirigenza ha un punto di vista diverso e non ascolta quello che hanno da dire sia l’allenatore che i giocatori. Secondo Sirci la colpa è sempre dell’allenatore, per questo la sua filosofia è quella di cambiarlo se non si vince. Il futuro della squadra perugina, per quanto ne so, sarà con l’allenatore Angelo Lorenzetti, che conosco molto bene e che stimo. Come me, non avrà alcuna influenza sulla costruzione della squadra, ma gli auguro ogni bene.