
Sembrava una banale caduta dalla bicicletta quella in cui era incappato l’8 maggio 2022, ma c’erano dei segnali di strani dolori e fastidi che non accennavano a passare, col trascorrere del tempo e con accertamenti sempre più mirati emerge che la colpa di tutto è un tumore alla testa. La notizia è di quelle terribili ma bisogna combattere, la prima cosa da fare è un intervento chirurgico di asportazione del polipo. Poi comincia un ciclo di cure a base di radioterapia e chemio che pare funzionare, ci sono miglioramenti e dopo alcuni mesi la massa estranea è sparita. Torna a lavorare con grande entusiasmo il 27 aprile 2023, giorno in cui scriveva nel suo profilo social “Visto che si vive di emozioni, oggi scarica di adrenalina vera. Dopo 346 giorni di lotta, torno finalmente in campo con tantissima voglia di giocare e di segnare ‘gol’ importanti! Grazie a tutti per la forza che mi avete dato ogni giorno”. Fino allo scorso dicembre va tutto bene, lì un controllo attesta che il carcinoma è ricomparso, sempre in testa, ma in una zona diversa. A gennaio inizia una terapia a base di chemio ancora più pesante, il fisico ne risente e lo indebolisce. A febbraio è costretto al ricovero in ospedale e la scorsa settimana viene trasferito all’hospice La Casa nel Parco di Perugia. Avrebbe compiuto sessanta anni a giugno ma per lui il destino era diverso e si è spento oggi Mauro Barzagna, lasciando nel dolore la moglie Alessandra, i figli Andrea ed Elisabetta, i familiari ed i tanti amici. Aveva giocato a pallavolo da palleggiatore in giovane età a Tavernelle, dove era cresciuto, lo sport gli scorreva nelle vene ed aveva cominciato a raccontarlo muovendo i primi passi da giornalista e scrivendo proprio del suo amato volley. Precursore dei tempi, nei primi anni ’90 era diventato addetto stampa prima della squadra maschile Venturi Spoleto e poi della squadra femminile Sirio Perugia, entrambe della massima categoria. Un pioniere in una disciplina che sino ad allora non aveva mai pensato di comunicare i propri eventi Entrò in quel periodo nella redazione del Corriere dell’Umbria, dove inizialmente continuò a descrivere lo sport e la sua amata pallavolo, poi col progredire della carriera passò alla cronaca, ma seguiva in maniera attenta le vicende sportive. Per uno come lui fare attività motoria era fondamentale ed aveva cominciato in tarda età ad utilizzare la mountain bike per muoversi in mezzo alla natura. Una buona e sana abitudine la quale era solito descrivere con accuratezza e passione al termine di ogni giro. Aveva dovuto interrompere quella sua pratica consuetudinaria quel maledetto 8 maggio, ma sognava sempre di poter rimontare un giorno sulle due ruote, tanto che il 17 settembre 2023 aveva scritto: “Ricomincio così, prima della ‘pausa di riflessione’ tutt’altro che voluta. In attesa di risalire in sella, ho ripreso la ‘preparazione’ pedalando con una cyclette da casa. Non è la stessa cosa, ma sudore ed emozioni sono identici. Sono bellissimi e me li faccio bastare. Vietato mollare! Anzi, per dirla con l’indimenticato Leo Cenci: Avanti tutta”. Un pensiero che lo accompagnava sempre quello della bicicletta, così come quello del suo adorato Trasimeno. Era solito dire che per lui era un privilegio poter godere dei panorami offerti dalla campagna umbra e degli scorci che si affacciavano sul lago. “Quando ho voglia di ricordi belli e speranze concrete, prendo e approdo in riva al lago. Prima ci arrivavo in bici, ora mi faccio accompagnare desiderando il giorno di tornarci pedalando. Sperare e sognare sono due dei verbi che mi piacciono di più”. Una penna arguta e mai banale, capace di cogliere le sfumature più nascoste delle circostanze in cui si trovava. In lui si evidenziavano le qualità di persona umile, riservata, paziente, pacata ed autoironica, caratteristiche che gli hanno fatto affrontare la malattia a testa alta. Se ne va un amico ed un collega, se ne va anche un pezzo di storia della pallavolo, ciao Mauro è stato un privilegio conoscerti.
La camera ardente sarà allestita alla casa mortuaria Passeri (zona San Sisto) aperta dalle ore 8 alle ore 19 di lunedì, le esequie si terranno alla parrocchia di San Mariano (zona Girasole) martedì 5 marzo alle ore 10.
Più tardi. Più tardi.
Ci sentiamo dopo.
Ti chiamo dopo.
Ci vediamo dopo.
Facciamo una passeggiata più tardi.
Ti dirò come mi sento dopo.
Più tardi saprai quanto sei importante per me.
Più tardi, forse ci ameremo e forse dimenticheremo.
Teniamo tutto per dopo e dimentichiamo che il “Dopo” non è nostro.
Che le persone ′′Dopo′′ potrebbero non essere più con noi.
Che “Più tardi” potremmo non sentirle più.
Che i bambini ′′Dopo ′′ non sono più bambini, e che i genitori sono solo un ricordo.
Quel “Più tardi” fa trasformare il giorno in notte, la notte in impotenza, il sorriso in dolore e la vita in ricordo.