Roberto Russo: «A Perugia lavoro su ciò che mi ha dato fastidio»

Russo Roberto (giaccone)
Roberto Russo

Alla vigilia della quinta partita stagionale la situazione è tranquilla in casa della Sir Susa Scai Perugia che continua a tenere alta la concentrazione. I block-devils preparano la trasferta a Piacenza, a descrivere l’umore dei bianconeri è il centrale Roberto Russo che ha detto: «Sono alle spalle le prime quattro partite, sappiamo che il calendario è intenso, giochiamo quasi sempre ogni tre giorni. Anche quando si gioca spesso, bisogna sfruttare le partite per migliorare. Questa settimana abbiamo avuto più tempo e abbiamo lavorato sui cali visti contro Modena e Monza. L’importante è restare tutti concentrati perché il campionato è di altissimo livello e le altre squadre non aspettano. Negli ultimi anni sono emersi tanti giovani che possono far bene, molti dei quali già convocati in nazionale. Il campionato è diventato più fisico, a mio avviso di livello superiore rispetto al passato. Avere più italiani in campo è positivo per la nazionale, perché li rende pronti ad affrontare le competizioni internazionali. Piacenza è una squadra forte e fisica. Cercheremo di essere aggressivi dall’inizio e di allontanarli dalla rete, perché hanno centrali e un palleggiatore molto bravi. Dobbiamo continuare il nostro percorso di crescita, lavorare sulla nostra metà campo e migliorare il gioco, poi vedremo il risultato. Avrò di fronte Simon, un giocatore che ha fatto la storia della pallavolo, è sempre una grande opportunità per imparare. È un giocatore difficile da limitare, non è uno che riesci facilmente a murare. Ce la metterò tutta per provare almeno a toccarlo. L’anno scorso è stata una stagione complicata, quelli avuti sono infortuni di cui devo sempre occuparmi, non posso dire che sia tutto chiuso. Sto lavorando bene con lo staff, soprattutto sul piano fisico, per sistemare ciò che mi ha dato fastidio negli anni passati. Spero di non fermarmi e di dare una mano alla squadra per tutta la stagione. A proposito di infortuni quello di Daniele Lavia mi è dispiaciuto molto. Poteva succedere a chiunque, non è colpa di nessuno. Capisco l’importanza che ha per Trento, perdere un giocatore così è un problema. La tutela dei giocatori è un discorso ampio, da affrontare a livello generale. Non so esattamente come funzioni dal punto di vista assicurativo, ma spero che infortuni del genere non si ripetano. A livello personale cerco di perfezionare la battuta forte che costringe spesso gli avversari a ricezioni staccate. A muro, cerco di essere più composto possibile e toccare più palloni. Se arrivano muri diretti, meglio ancora».