
Era da cinque anni consecutivi che la finale della coppa Italia aveva come protagonista la Sir Safety Susa Perugia. L’edizione del 2023 invece non ha subito la stessa sorte, vedendo i block-devils eliminati in semifinale dalla temuta Piacenza. Che potesse accadere era lecito, ma di certo inatteso nella stagione dei record d’imbattibilità dei bianconeri. Nessuna squadra è invincibile, e le serate storte nello sport ci sono, quello che fa più male guardandola dal lato del tifoso è che la cosa abbia coinciso con una gara da dentro o fuori. Di certo se prima si diceva che le partite uniche fossero pericolose, oggi c’è la convinzione che nella pallavolo moderna nulla è scontato, tutte le competizioni sono difficili. A margine della prima sconfitta dell’anno l’allenatore Andrea Anastasi ha detto: «Doveva arrivare una lezione, mi dispiace che sia arrivata stavolta, ma poteva accadere in qualsiasi momento. Abbiamo sbagliato la partita, siamo stati poco incisivi e poco brillanti. Si è visto che la situazione era un difficile, abbiamo avuto un sacco di opportunità per chiudere il primo set a nostro favore, e non le abbiamo sfruttate. Non ha funzionato battuta e ricezione, non c’è solo un responsabile perché siamo consapevoli che gli altri ci stanno aspettando. D’altra parte, Piacenza è una squadra costruita per vincere. Noi dobbiamo stare tranquilli, ricalibrare la squadra per i prossimi eventi. Guarderemo la finale di coppa Italia con grande rammarico. Dispiace per tutti quei tifosi che erano giunti a Roma per incitarci. I ragazzi sono stati bravi a portare a casa i trofei finora, ed ora abbiamo campionato e champions league. Ci restano due obiettivi importanti su cui ci concentreremo nei prossimi giorni». L’opposto Kamil Rychlicki ha aggiunto: «Sicuramente complimenti a Piacenza che ha meritato di vincere, è stata più brava e più forte di noi. Noi non abbiamo certamente giocato una buona partita. Siamo entrati in campo senza l’aggressività che serve per cercare la vittoria. A caldo non è facile capire cosa non abbia funzionato. Non siamo contenti, è ovvio, però una sconfitta non è comunque la fine del mondo, credo che ci sarà utile per ricordarci che le altre squadre hanno le capacità per batterci. In un certo senso questa batosta può rivelarsi salutare perché ci farà tornare umili. Peccato perché sembrava che giocassimo in casa. Ormai è andata».