
Alle quattro vittorie nelle competizioni maggiori si aggiungono cinque titoli regionali giovanili, la stagione magica pare non avere ma fine alla Sir Safety Susa Perugia. I block-devils hanno fatto il pieno vincendo in tutte le categorie a cui partecipavano, per la gioia della dirigenza bianconera. Di certo il successo tricolore è quello che ha reso l’ambiente più felice, lo dice il presidente Gino Sirci che ha dichiarato: «Al mondiale per club abbiamo eguagliato lo score dello scorso anno, ma non mi sarei aspettato che avremmo fatto tutto il resto. Ad ogni modo siamo partiti come una squadra forte, la più costosa del campionato; quindi, doveva uscire qualcosa più di una supercoppa o di un mondiale. La vittoria più esaltante è lo scudetto che mancava da sei anni, ci era sfuggito più volte. E poi è la vittoria più importante, è un torneo che dura un anno e si passa fra tante difficoltà. Ne raggruppa due, stagione regolare e play-off. Lorenzetti mi diceva “calma, l’importante sono i play-off, perché lì si assegna il campionato”. La pallavolo non è quella di dieci o cinque anni fa, ma cambia sempre. Lui fa stare sempre coi piedi per terra. A volte tu gli chiedi qualcosa che sembra scontata e lui ti risponde in maniera diversa. Con la sua saggezza riesce sempre a farti notare sempre tante cose; pochi entusiasmi e lavorare. A pensarci non trovo difetti nell’allenatore, mi sembra una persona dai tanti pregi. Sono molto contento che Trento abbia vinto la champions league, perché continua l’egemonia dell’Italia in Europa. E poi se lo meritano, sarebbe stato ingiusto se avessero perso la terza finale su tre. Adesso l’Italia è tornata a essere vista come la nazione egemone, anche per il modo in cui hanno vinto. La dice lunga sul livello del campionato italiano. In passato alcuni giocatori se ne andavano verso Modena o Civitanova Marche, all’inizio me la prendevo ma poi quando rifletti capisci che così è il mercato. Quest’anno avremo due pedine nuove, devo dire che la simbiosi che c’era tra l’allenatore di Milano con Ishikawa e Loser mi fa avere un’intima paura che il contesto abbia contribuito alle loro prestazioni».