Il beach volley scalpita ma resta bloccato
Il beach volley non è uno sport di contatto. Chiunque lo pratichi o lo segua ha notato le iniziative che hanno preso vita nelle scorse settimane. La disciplina regina dell’estate è indispensabile per le società che fondano la loro attività sulle scuole, sui corsi e sui tornei che ora non possono essere organizzati, i tecnici di fatto sono senza lavoro e i club faticano. Ci si attendeva una presa di posizione in difesa del due contro due all’aperto ma questa non c’è stata, ora si spera in una soluzione veloce perché la bella stagione è già in fase avanzata. La Federazione Italiana Pallavolo nei giorni scorsi si è fatta sentire con il comitato tecnico scientifico del Ministero della Salute per spiegare che quella sulla sabbia non è assolutamente una disciplina di contatto. Alcune regioni (Liguria, Puglia, Sicilia e Veneto) si stanno muovendo in autonomia volendo disputare tornei, ma chi si prende la responsabilità in caso di contagio?